Elly Schlein ha deciso di non andare più dietro alle paturnie di Giuseppe Conte e sta mettendo in pratica i propositi annunciati proprio dall’ex premier: mani libere, alleanze locali dove è possibile e poi, alle elezioni politiche, si vedrà se e come mettere in piedi un’alleanza.
La Schlein non si farà più dettare l’agenda da Conte. Questa sua nuova linea, spiegano diversi deputati dem in Transatlantico, vige già da qualche settimana. Da quando Conte ha sentenziato che il campo largo non esiste più, contribuendo forse alla sconfitta di Andrea Orlando in Liguria, fino all’assemblea costituente, quando ha coniato l’espressione di «progressisti indipendenti». «Noi non siamo di sinistra, siamo progressisti, ma indipendenti. Vogliamo essere liberi di allearci oppure no con il Pd. Ma non facciamo parte di nessuna coalizione», ha ribadito ‘l’avvocato del popolo’.
Molti di noi continuavano a ripeterlo alla segretaria: non si può continuare a correre dietro a Conte, cambia idea in continuazione come una banderuola e disfa in tre minuti le trattative di tre mesi», spiega a Lettera43 un deputato Pd. «Le abbiamo detto: non te lo filare più, vai per la tua strada e poi vediamo che succede. Tanto poi in Parlamento nell’80 per cento dei casi lavoriamo insieme nell’opposizione al governo». Infatti, nonostante le paturnie di Conte, nella pratica parlamentare quotidiana, in Aula e soprattutto nelle commissioni, Pd e 5 stelle la pensano quasi sempre nello stesso modo, insieme con Avs e, a volte, pure con i centristi. Restano le distanze enormi sulla politica estera, sull’Europa, sulla Nato e sulla corsa alle armi, sul rapporto con Usa e Russia fino al Medio Oriente, differenze al momento insormontabili. Ma su tutto il resto, ovvero sulla politica interna e sui temi sociali e civili, spesso ci si trova d’accordo. Anche sul modo di fare opposizione al governo Meloni. E su questo che punta la segretaria dem. «Parliamo di ciò che ci unisce e lasciamo stare gli argomenti divisivi», è l’input alle truppe dal Nazareno, con una dose di indifferenza in più rispetto a Conte e alle dinamiche pentastellate.