Como noto, governo e parti sociali sono al lavoro per trovare una soluzione al dopo 2021, quando si esaururà la parentesi triennale di Quota 100 e occorrerà evitare il rischio del cosiddetto scalone.
Diverse le ipotesi sul tavolo per favorire nuove forme di pensione anticipata.
Quota 101
Il Governo stava studiando la fattibilità dell’adozione per tutti i lavoratori di una “Quota 101”, che avrebbe garantito a tutti i lavoratori italiani di andare in pensione con regole certe e uguali per tutti. Il funzionamento, a grandi linee, è lo stesso di Quota 100, ma basata su diversi fattori da sommare. La linea delle opposizioni è dettata dalla Lega, il cui scopo è quello di confermare Quota 100, in attesa che sia possibile approvare una riforma organica basata su Quota 41.
Ipotesi 62 anni
Allo studio dei tecnici del ministero del Lavoro c’è anche l’uscita anticipata a 62 anni con un requisito più basso rispetto ai 38 anni di Quota 100. Il taglio dell’assegno previdenziale dipenderebbe dagli anni di anticipo rispetto all’età per la pensione di vecchiaia: intorno al 3% per ogni anno, che porterebbe il taglio massimo al 15% rispetto all’assegno pieno che si matura a 67 anni.
Quota 100 con taglio maggiorato
L’ultima idea è una sorta di Quota 100 maggiormente penalizzata. Ossia l’introduzione di un meccanismo flessibile per consentire le uscite a partire da 62, o 63, anni di età anagrafica e un’anzianità contributiva minima di 38 anni, o forse anche 36, prevedendo una penalizzazione, con l’aggancio pieno al sistema contributivo puro, sotto forma di riduzione del trattamento del 2,8-3% per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia del pensionamento di vecchiaia (67 anni). Meccanismo che peraltro potrebbe divenire anche uno strumento da utilizzare insieme agli ammortizzatori nella gestione delle crisi aziendali dei prossimi mesi, soprattutto dopo che sarà stato spento l’attuale semaforo rosso ai licenziamenti.
Pensioni in Manovra 2021
Nel frattempo, bisogna stabilire quali interventi inserire subito nella manovra 2021: qui il discorso sembra più fluido. Si pensa a due proroghe: APe Sociale e Opzione Donna, che garantirebbero continuità con i meccanismi previsti in questi ultimi anni fino alla messa a punto della riforma pensioni vera e propria.
- L’APe Social, lo ricordiamo consente a determinate categorie di lavoratori (disoccupati, caregiver, invalidi al 74%, addetti a mansioni gravose) di andare in pensione 63 anni, con 30 o 36 anni di contributi. L’ipotesi è di prorogarla per il 2021.
- L’Opzione Donna è una forma di pensione anticipata riservata alle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2019 abbiano maturato 35 anni di contributi e un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome). Si pensa di alzare di almeno un anno il paletto temporale per la maturazione dei requisiti.