Non c’è pace per il giudice Antonio Esposito, il presidente del collegio che in Cassazione ha condannato in via definitiva Silvio Berlusconi per frode fiscale. Dopo il Consiglio Superiore della Magistratura e il ministro Cancellieri ora anche il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani avrebbe avviato accertamenti sulla vicenda della contestata intervista al “Mattino” di Napoli, in cui Esposito avrebbe anticipato le motivazioni della sentenza che deve essere ancora depositata, secondo l’accusa che gli hanno mosso gli avvocati del leader del Pdl e i principali esponenti del partito di Berlusconi. Si tratta di una pre-istruttoria affidata all’avvocato generale dello Stato Umberto Apice. Siamo praticamente di fronte ad un indagine basata sulle carte e non è esclusa l’acquisizione dell’audio dell’intervista: il magistrato napoletano, si ricordi, ha accusato il quotidiano di aver manipolato nel passaggio clou finito anche nel titolo, su Berlusconi condannato non perchè non poteva non sapere ma perché sapeva.
In questa fase il magistrato non dovrebbe essere sentito ed è possibile che la procura generale si raccordi con gli ispettori del ministro della Giustizia, che hanno già avviato la loro istruttoria: da loro l’avvocato generale incaricato potrebbe acquisire, per esempio, la relazione sulla vicenda che il primo presidente della Cassazione Giorgio Santacroce aveva inviato al ministro Cancellieri non appena era scoppiato il caso. Non è anche escluso che la procura generale, e quindi Ciani, lavori a stretto contatto con Palazzo dei marescialli, che dal 5 settembre discuterà proprio del caso Esposito per verificare se ci siano gli estremi per una procedura di trasferimento d’ufficio. Solo al termine di questa pre-istruttoria, e che può durare fino a un anno, il Pg Ciani deciderà se avviare l’azione disciplinare per Esposito o chiedere l’archiviazione. Se scegliesse questa seconda strada, dovrebbe comunque trasmettere tutti gli atti al Guardasigilli, che, se non la condividesse, potrebbe comunque ordinargli di avviare l’azione disciplinare.