Le parole chiavi del nuovo Codice degli appalti, approvato ieri dal cdm, saranno trasparenza e qualità. Il percorso del testo non si conclude qui, ma se dovesse finire il suo iter i vincitori delle gare non saranno più scelti in base al prezzo più basso, ma conterà il rapporto qualità-prezzo. Il nuovo Codice, inoltre, recepisce il vecchio e tre direttive europee, passando da oltre 600 articoli e 1.500 commi a 217 articoli. “Una corposa riforma che mira a rendere il sistema lavori pubblici finalmente all’altezza di un grande paese europeo”, ha commentato il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio.
Il ministro ha poi ribadito lo stop alle gare al massimo ribasso, spiegando che la scelta coniugherà il prezzo ma anche la qualità. Il tema della qualità dell’offerta è molto importante, ha insistito, perché evita l’applicazione del massimo ribasso in settori delicati come sono i servizi sociali o scolastici che “tanto danno hanno creato in questi anni al nostro Paese”. Ma il valore dell’appalto non dipenderà solo dalla progetto in sé, ma anche dalla qualità degli operatori economici qualificati, imprese vere e non imprese finte, piene di ingegneri e progettisti e povere di avvocati. “Esattamente il contrario di quello che avviene oggi”, ha detto il Ministro. Sarà importante anche la qualità degli enti che dovranno essere capaci di giudicare le offerte e di fare buoni bandi di gara.
Spesso, ha sottolineato, si mettono a gara progetti preliminari senza indagini archeologiche, geologiche, sismiche e così via e questo comporta che un mese dopo l’aggiudicazione di un appalto cominciano le varianti, si comincia a richiedere fino anche al 40% in più.
Un ruolo fondamentale lo avrà l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. L’ente avrà ai nuovi compiti a cui corrisponderanno risorse adeguate. In sostanza l’Authority dovrà regolamentare il settore. Intervistato dalla Stampa, Cantone si è detto ottimista e che il nuovo Testo darà “reale possibilità di arginare i fenomeni mafiosi legati alle infiltrazioni nella pubblica amministrazione e tutte le loro conseguenze negative, sia sul piano politico, sia economico”.
Alessandro Moschini