Una giornata di grande disagio per il centrodestra con Salvini che apre ai Cinquestelle e chiude nettamente al Pd e con Berlusconi che apre ai Cinquestelle ma solo per cacciarli fuori dalla porta e chiede un governo con il Pd. Due linee che più opposte non potrebbero, e che per il momento disegnano uno scontro fortissimo all’interno della coalizione di centrodestra dal cui esito dipenderà il futuro della crisi.
Poi bordate contro l’Europa e via libera a tutto ciò che può far irritare il Cavaliere compresa una netta chiusura a ogni collaborazione con il Pd e un’apertura di credito ai grillini. Frasi che in realtà giocano sulle parole, perché poi sempre da parte di Salvini c’è l’ammissione che qualsiasi considerazione svolta a proposito dei Cinquestelle riguarda tutto il centrodestra, e che nessuna iniziativa sarà portata avanti solo dalla Lega.
Una mossa, quella leghista, che i parlamentari di Forza Italia riuniti da Berlusconi alla Camera leggono come ancora pre-tattica, in parte per invogliare qualche parlamentare M5S a saltare il fosso, magari in un secondo tempo, in parte per fare la voce grossa con Berlusconi e fargli capire che i giochi li vuole condurre lui. Si crede poco alla linea che d’acchito emerge, ossia che Salvini è in procinto di abbracciare Di Maio e mollare Berlusconi. Anche perché, dicono i forzisti, che convenienza avrebbe Salvini a entrare in un governo Di Maio per fare l’ancella ai grillini, ruolo che finirebbe inevitabilmente per svolgere la Lega con una forza politica, i Cinquestelle, che ha il doppio dei parlamentari?.
L’unica certezza è che all’interno del centrodestra si fanno sempre più evidenti due linee contundenti, una – quella di Salvini – disponibile a un voto a breve nella speranza di fagocitare l’alleato, l’altra – quella di Berlusconi – che invece cerca una prospettiva di medio-lungo perdiodo, e che proprio per questo si appoggia al Pd che come lui non ha alcuna volontà di votare presto.