Oltre 150mila imprese di costruzioni a rischio default in Campania a causa delle conseguenze dell’emergenza-Covid e dell’entrata in vigore del Regolamento EBA dal 1° gennaio scorso, che prevede regole più stringenti.
Cosa prevede il nuovo Regolamento
Le norme dell’Autorità bancaria europea (EBA) hanno introdotto criteri più stringenti rispetto a quelli italiani e stabiliscono che il debitore è considerato tale se è in arretrato da oltre 90 giorni su un’obbligazione verso l’istituto di credito per importi di pagamento superiori a 500 euro e che rappresentino più dell’1% del totale delle esposizioni. Per le persone fisiche, le famiglie e le PMI con esposizioni complessive inferiori a un milione di euro, la soglia è abbassata a soli 100 euro.
Il Regolamento prevede inoltre l’obbligo per le banche di svalutare integralmente i crediti deteriorati secondo scadenze prestabilite.
Il rischio per le imprese e per l’occupazione
“Per molte imprese edili – commenta il presidente di FederCepi Costruzioni, Antonio Lombardi – già alle prese con le pesanti conseguenze economiche legate all’epidemia da Covid-19, si potrebbe prospettare il rischio di uno stop ai pagamenti di utenze, stipendi, contributi previdenziali, finanziamenti e, più in generale, una crisi di liquidità”.
“La pandemia e le nuove regole – commenta il presidente Lombardi – potrebbero avere conseguenze pesantissime su tutta la filiera dell’edilizia, segnatamente in quei territori, come la Campania e il Mezzogiorno, in cui il tessuto imprenditoriale è particolarmente fragile e sottodimensionato”.
Il settore delle costruzioni registra, stando ai dati Bankitalia (marzo 2021, Centrale dei rischi) il maggior tasso di deterioramento della qualità del credito: 2,5% rispetto allo 0,7% del manifatturiero e all’1,7% dei servizi. Proprio in Campania (secondo monitoraggio di Banca Ifis), in Lombardia e nel Lazio, è concentrato il grosso dell’indebitamento nazionale: quasi il 40% dei debitori italiani. E la Campania è una delle cinque regioni italiane (tutte del Sud), in cui il volume del credito deteriorato delle famiglie raggiunge il 30% del totale.
A seguito della pandemia, come si evince da un Rapporto della Banca d’Italia (Rapporto annuale n. 15, l’Economia della Campania, giugno 2021), le esigenze di finanziamento del capitale circolante da parte delle imprese sono cresciute sensibilmente e le misure introdotte dal Governo hanno contribuito a facilitare ulteriormente l’accesso al credito.
Le difficoltà economiche delle imprese e il rischio default
Il 43 per cento delle imprese (Banca d’Italia, Rapporto annuale n. 15, l’Economia della Campania, giugno 2021) ha richiesto una moratoria sui prestiti dopo l’inizio della pandemia; il 45 per cento ha dichiarato di aver fatto domanda di nuovi finanziamenti a banche o altri intermediari finanziari (28 per cento nel 2019) e le richieste sarebbero state soddisfatte per l’intero importo nell’86 per cento dei casi. Circa il 7 per cento delle aziende è ricorsa a strategie di ricapitalizzazione nel 2020 e il 10 per cento ne prevede l’adozione entro il 2021.
Un terzo delle imprese prevede che nel 2021 il rapporto tra debiti finanziari e patrimonio netto sarà di almeno tre punti percentuali superiore rispetto a quello precedente la pandemia.
Le nuove norme quindi – se applicate con rigore – potrebbero avere un effetto devastante per le imprese edili attive sul territorio regionale.
Se è vero, infatti, che nel 2020 i tassi di deterioramento dei crediti sono stati positivamente condizionati dalle misure straordinarie a sostegno delle imprese, è altrettanto vero che, con il venir meno di questi strumenti, la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente.
“Con la fine delle misure di emergenza – si legge nell’Outlook ABI-Cerved sui crediti deteriorati delle imprese” del febbraio scorso – si prevede che i tassi di deterioramento saranno in crescita nell’anno in corso (4,3%)” rispetto all’anno precedente, con “impatti più pronunciati sulle aziende di media dimensione e le imprese operanti nell’edilizia e nei servizi, settori particolarmente colpiti dalla pandemia”
“Siamo fortemente preoccupati per l’impatto che il nuovo Regolamento avrà sulle imprese edili soprattutto in Campania e nel Mezzogiorno – aggiunge il presidente Antonio Lombardi – che in virtù di questi nuovi criteri di valutazione e le conseguenti maggiori difficoltà di accesso al credito, potrebbero addirittura trovarsi escluse dalle opportunità che si schiudono con il Superbonus 110% e le misure attuative del PNRR”.
Il settore
Nel 2020 la produzione nel settore delle costruzioni si è ridotta di 7 punti percentuali (era aumentata del 4 nel 2019), solo parzialmente attenuato dall’andamento positivo nel comparto delle opere pubbliche, cresciuto seppur a un ritmo meno sostenuto, rispetto all’anno precedente (4,8 per cento da 8,8).
La percentuale di imprese che hanno fatto richiesta di nuovi finanziamenti è cresciuta di 11 punti percentuali nel 2020 (al 44 per cento). Per fronteggiare le esigenze di liquidità connesse con il calo del fatturato, le imprese hanno aumentato in misura consistente il ricorso al debito, sostenuto dagli schemi di garanzia pubblica e alle misure espansive di politica monetaria. Il ricorso alle moratorie e ai finanziamenti garantiti è stato molto ampio: oltre due terzi delle imprese campane hanno beneficiato di almeno una delle due misure.
“È evidente che l’applicazione rigorosa del Regolamento EBA da parte degli istituti di credito – commenta ancora il presidente Lombardi – potrebbe non solo vanificare del tutto queste politiche di apertura e sostegno, ma addirittura trasformarle in un pericoloso boomerang, con effetti letali per le imprese più fragili e sottodimensionate”