Nuovo scontro Salvini – Di Maio

Il governo continua ad essere ad alta tensione. A surriscaldare gli animi – come sempre – è Matteo Salvini che da Parigi lancia un chiaro messaggio agli alleati: “Non ho tempo – dichiara – di perdere tempo con polemiche che non esistono. Io ho sempre detto che le vittorie regionali non cambiavano le carte in chiave nazionale. Il problema semmai è di chi lo pone. Io ribadisco che con i no non si va avanti e anche in Europa la pensano come me“.

E poi arrivando a Milano ribadisce: “Domani vado a inaugurare il Vinitaly e mi piacerebbe tagliare il nastro dei cantieri della Brescia-Verona-Vicenza ma dal ministero delle Infrastrutture ci stanno ragionando. Ma non vorrei che stessimo ragionando da troppi mesi su troppi cantieri“.

 Le parole di Salvini non sono piaciute a Luigi Di Maio che lancia un chiaro messaggio all’alleato di governo: “Lo ripeto ancora una volta: quando si lavora insieme su casi concreti e quelle questioni che riguardano gli italiani non ci batte nessuno. Per questo disco basta con gli slogan e affrontiamo questo momento con la massima serietà“.

 Il ministro del Lavoro rivendica il suo duro lavoro per il decreto crescita: “Non si può accettare che ieri sono stato 4 ore in Consiglio dei ministri per approvare insieme al MEF un decreto che è veramente importante. Abbiamo trovato soluzioni per aiutare le imprese e poi leggo dichiarazioni come non si blocchi il Paese. Ma lì c’ero io a lavorare“.

Conclusione finale sul caso Tria: “Quando lavoriamo insieme e concretamente c’è sempre sintonia. Se invece si parla di scontri ideologici, legge sull’aborto o dichiarazioni che vengono rilasciate tramite la stampa iniziano i problemi perché non ci si guarda negli occhi“.

‘Il problema non è Tria. Il problema è la Lega: vuole prendersi tutto’. Al termine della convulsa giornata di giovedì, in cui in seno al governo non si è arrivati a capo della norma salva truffati   da inserire nel decreto crescita, Luigi Di Maio ha attaccato pesantemente l’alleato di governo sfogandosi coi collaboratori più vicini: “Sono loro che vogliono far fuori il ministro dell’ Economia. E lo fanno solo per una questione di potere. Sono abbagliati dal potere” – riporta La Repubblica.

Il tutto, secondo le indiscrezioni registrate dal cronista del quotidiano romano, perché Di Maio pensava di trovare man forte da Conte e Salvini nella sua battaglia per convincere Tria a dare il via libera ai rimborsi, mentre al contrario avrebbe finito per ritrovarsi da solo. “I leghisti hanno l’ossessione del comando – dice ancora Di Maio in un gabinetto di guerra diventato permanente – davvero non li capisco. Mi ricordano Renzi e Berlusconi. Non hanno mai presentato gli emendamenti di cui parlano – dice Di Maio – non hanno nemmeno replicato, perché lo sanno. Pensano solo a sostenere leggi per ampliare la circolazione delle armi in Italia o ad andare a convegni provocatori come quelli di Verona”.

 

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