Un esordio tra baci e sorrisi quello di Obama ad Israele. Approdato in Medio Oriente il presidente statunitense ha salutato con una formale stretta di mano il premier Benyamin Netanyahu, mentre si è mostrato molto più affettuoso con il presidente Shimon Peres.
Diversi gli inni riservati ad Obama, che ha ha poi salutato sorridendo militari, autorità religiose, esponenti di governo e d’opposizione israeliani riuniti in gran folla sulla pista.
“Restiamo al fianco di Israele, perché è un nostro interesse di sicurezza”: ha dichiarato Obama, al suo arrivo all’aeroporto di Tel Aviv. Una visita che il presidente americano ha definito “non è casuale”: “Essa rappresenta per me l’opportunità di ribadire i legami indistruttibili che ci legano”, ha proseguito, assicurando che gli Usa sono “fieri” di essere i migliori alleati dello Stato ebraico e dicendosi fiducioso che tale alleanza sia destinata a conservarsi “eterna”, “per sempre”.
“Grazie per essere a fianco di Israele in questo momento di cambiamento storico” ha risposto il premier Benyamin Netanyahu nel breve discorso di benvenuto all’aeroporto Ben Gurion. “Lei ha scelto di venire in Israele – ha sottolineato – nella sua prima visita del suo secondo mandato”.
Quella di oggi è la prima visita per Obama nella regione da quando è alla Casa Bianca. Domani il presidente Usa si reca in Cisgiordania dove a Ramallah incontrerà il presidente dell’Anp, Abu Mazen (Mahmud Abbas). Subito dopo rientrerà in Israele, da dove partirà il 22 marzo diretto in Giordania dove sono previsti colloqui con il re Abdallah.