Obbligo vaccinale, governo pone la fiducia: protesta alla Camera

Il governo italiano ha deciso di porre alla Camera dei Deputati la questione di fiducia sul decreto legge relativo all’obbligo vaccinale per gli over 50. Ad annunciarlo all’Assemblea di Montecitorio è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, poi finito nel mirino di un’accesa protesta messa in atto da Alt.

Nel momento in cui il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà pronunciava la formula di rito ai banchi del governo per comunicare la decisione del governo di porre la fiducia sul decreto legge sull’obbligo vaccinale per gli over 50, un gruppo di deputati di Alternativa gli si è fatto intorno e ha iniziato a tirargli addosso fogli di carta, ricoprendolo.

Per ristabilire la calma sono intervenuti i commessi. Nel frattempo, la seduta è stata sospesa per la convocazione della conferenza dei capigruppo.

I deputati di Alternativa hanno spiegato la loro protesta in una nota: “Abbiamo occupato i banchi del governo perché siamo stanchi dell’abuso del ricorso alla questione di fiducia da parte dell’esecutivo. Vogliamo discutere in aula, con i tempi previsti dalla democrazia, questo decreto che riguarda il prolungamento dello stato d’emergenza e l’obbligo di vaccinazione per gli over 50”.

Nel comunicato di Alt si legge ancora: “Abbiamo provato in tutti i modi a chiedere al governo di non calpestare il Parlamento e l’unico modo che ci rimane per impedire che gli italiani vengano vessati senza la possibilità di tutelarne i diritti è quello di opporci fisicamente all’ennesima porcata dei peggiori”.

L’inizio delle dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo sul decreto legge in materia di obbligo vaccinale per gli over 50 è previsto nella giornata di oggi,  giovedì 24 febbraio, a partire dalle ore 8,45, nell’Aula della Camera dei Deputati.

L’inizio della votazione è invece  prevista alle ore 10,25. A deciderlo è stata la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, da cui, non è emerso allo stato attuale alcun accordo sulla tempistica della chiusura dell’esame del testo.

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