Oggi piazza rossa a Roma contro governo e pro-Palestina. Paura di bandiere pro-Hamas

Oggi è il giorno  della piazza rossa contro ‘non si sa nello specifico su che cosa’, visto che è contro manovra, contro presidenzialismo, contro politica sociale, contro politica estera del governo e contro Giorgia Meloni.  Elly Schlein, intervistata da La Stampa, invita tutti a piazza del Popolo l’11 novembre: “Per la pace e la giustizia sociale”. Catenaccio, l’alternativa.

Si parte dalla manovra giudicata “fragile e senza visione”. Non s’è mai visto una manovra da 28 miliardi in cui il Parlamento non possa mettere becco. È una deriva da contrastare. E magari al voto degli emendamenti vedremo sorprese…”.

Non va meglio con la riforma costituzionale che oggi approda in consiglio dei ministri. “Ci hanno convocati per parlarne sei mesi fa, poi sono spariti nel nulla. E ora che arriva una manovra che tradisce tutte le promesse fatte, guarda un po’ che arriva la riforma! Direi che si chiama arma di distrazione di massa.  Avevamo già detto che siamo contrari al premierato, e la disponibilità a discutere c’è solo a patto che non procedano a spallate sull’autonomia differenziata”.

“Da piazza del Popolo lo chiederemo con forza.Io penso allo ius soli. Ma penso in generale a una piazza aperta a tutti quelli che vogliono un Paese più giusto”.

Poi, la crisi mediorientale: “Chiediamo alla comunità internazionale di insistere sul cessate il fuoco umanitario. E la liberazione degli ostaggi senza condizioni. E il rispetto dei diritto internazionale. Non è accettabile il bombardamento di scuole o di un campo profughi, si fermi questa strage di civili. Vogliamo riprenda il percorso di pace, quello dei due popoli e due Stati, che hanno entrambi diritto di esistere in pace e sicurezza”. Non un parola su Hamas.

Sul terreno dei diritti sul salario minimo.  Schlein non vuole ammettere la sconfitta: “Abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme a favore con le altre forze di opposizione: la maggioranza ci deve dare una risposta”.

Conte dovrebbe scendere in piazza con il Nazareno. “Sono contenta – dice Schlein  perché su molti temi dobbiamo unire le forze. Il nostro è un invito aperto a tutte le forze che vogliano costruire un’alternativa alla destra”. Per ora le cose non vanno bene per il campo largo: Calenda dice di no, Conte non si sbilancia. Per non parlare del governatore campano De Luca.

La paura serpeggia, l’imbarazzo è forte. Ce la farà il servizio d’ordine del Pd (se ancora esiste) a tenere a bada i facinorosi pro Palestina pronti a sventolare le bandiere di Hamas?

Per la manifestazione lanciata da Elly Schlein per la pace scoppia il caso per sostenere la formula ‘due popoli due Stati’ quando c’è il rischio che tra le file del corteo arcobaleno o in piazza del Popolo spuntino i vessilli palestinesi.  Igor Taruffi, responsabile organizzazione del Pd, assicura che il servizio d’ordine è pronto. In pubblico Schlein non lascia dubbi: “Non accoglieremo  bandiere pro Hamas. No assolutamente no. Saremo in piazza solo con bandiere del Pd e della pace”, dice la segretaria  dai microfoni di Radio Capital: “La nostra condanna agli attacchi terroristici di Hamas è stata netta e immediata. Ma chiediamo di riprendere il percorso di pace e fermare i bombardamenti sui civili, Chiederemo nella piazza di sabato di fermarsi, liberare gli ostaggi, proteggere i civili. E fornire tutti gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza che soffre. Ed è fatta soprattutto di minori. Bisogna avere la forza di riprendere il percorso di pace in Medio oriente. Colpevolmente abbandonato dalla comunità internazionale. Per noi la soluzione è due popoli due Stati”.

Ma tra le file dei compagni il sentimento anti-israeliano è duro da imbrigliare. Nelle passate manifestazioni, dopo l’attacco spietato di Hamas del 7 ottobre, è stato un tripudio di bandiere nero, bianco, verde e rosso della Palestina. Sbandieramenti accompagnati dalle accuse a Tel Aviv di  “genocidio” e “apartheid”.  In alcuni cartelloni è spuntata la foto del premier israeliano Benjamin Netanyahu accanto a quella di Adolf Hitler. Sarà dura  per Schlein alle prese con ribelli e disobbedienti, colmi di odio contro Israele.

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