Oggi, Salvini a Messina: ‘L’Italia dei Sì 2023-2032 – progetti e grandi opere in Italia’

Due diapositive “dal Sud”, scattate ieri, forniscono meglio di ogni altra analisi la raffigurazione del burrone che separa le due leadership: da un lato Giorgia Meloni che ha restituito ai cittadini di Caivano il nuovo centro sportivo, a meno di un anno dalle violenze del branco contro le due cuginette che fecero emergere tutto il degrado di quella periferia “d’Italia” ostaggio della camorra. Dall’altro Elly Schlein che ha attraversato lo Stretto di Messina «in venti minuti» – miracoli della campagna elettorale – e per questo ha sentenziato che il Ponte sia un capriccio dispendioso del centrodestra di cui la Sicilia e l’interno Mezzogiorno possono fare beatamente a meno.

Da una parte, infatti, troviamo la rappresentante delle istituzioni che riavvicina fattivamente (non solo simbolicamente) il centro decisionale – il governo – con un territorio divenuto negli anni una “no go zone”. Dall’altra ecco la rappresentante dell’opposizione, per la quale il delicatissimo rapporto con il nodo infrastrutture nel profondo Sud si risolve essenzialmente nell’esperienza del “suo” viaggio. Quanto di più lontano da chi vive quotidianamente quella realtà.

Meloni, al Parco Verde, ha saputo interpretare le istanze di una cittadinanza stanca di vivere sotto ciò che sembrava inevitabile: l’abbandono delle istituzioni. La riattivazione a tempi record dell’impianto sportivo – lì dove da anni si era arenato il progetto della Regione lasciando terreno fertile, dall’altra parte, al trionfo della malavita – è segno di una comprensione profonda delle necessità di una terra che ha dimostrato di avere bisogno non della ricetta assistenziale ma del ritorno dello Stato. Che significa infrastrutture, sicurezza, dignità e possibilità di poter rilanciare se stessi senza compromessi con l’anti-stato o essere costretti ad andare via dalla propria comunità.

Dall’altro Elly Schlein, attraversando in traghetto lo Stretto «in brevissimo tempo», se n’è uscita con una sentenza che dice tutto dell’approccio della sinistra con quelle grandi opere di cui il Mezzogiorno ha disperato bisogno: «Il Ponte non serve». Affermazione lunare, centrata su una visione “da cartolina” del problema e del Sud Italia, che conferma l’assoluta estraneità della segretaria del Pd al calvario di milioni di siciliani e dei calabresi alle prese – per mesi e mesi – con i tempi biblici di attraversamento. Per non parlare del nodo inquinamento che si “respira” a Messina, degli enormi costi sociali per le aziende del trasporto su gomma e del fatto che proprio il Ponte rientri nelle direttrici europee invocate a ogni piè sospinto proprio dai dem. Un atteggiamento che ricorda lo snobismo anti-sviluppista utilizzato nel 1964 da l’Unità – ai tempi organo del Pci – nei confronti dell’Autostrada del Sole: «Ce l’abbiamo», si leggeva in apertura, «ma non sappiamo a cosa serve…».

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sbarca a Messina per portare in Sicilia la sua visione per il futuro dell’Italia. “L’Italia dei Sì 2023-2032 – progetti e grandi opere in Italia” è il tema dell’evento che ha l’obiettivo di puntare i riflettori sui progetti infrastrutturali chiave che mirano a plasmare il paesaggio italiano nei prossimi anni. L’appuntamento nella Città dello Stretto è fissato per venerdì 31 maggio alle 10 al porto, più precisamente alla banchina Marconi, a bordo della nave Luigi Dattilo. Un luogo simbolico per una presentazione di altrettanto significato, poiché la Sicilia svolge un ruolo cruciale nel quadro delle infrastrutture italiane e nel piano di sviluppo nazionale.

Il tema, “L’Italia dei Sì 2023-2032”, suggerisce un approccio “propositivo e ottimista” verso la realizzazione di progetti ambiziosi che ad avviso del ministro possono dare un nuovo impulso alla crescita e al benessere del Paese. La presenza di Salvini in questa occasione intende sottolineare “l’importanza che il governo attribuisce alla Sicilia e al Mezzogiorno e alle sue esigenze infrastrutturali”.

I progetti che verranno presentati sono pensati “per migliorare la connettività e stimolare lo sviluppo economico: opere relative a trasporti, energia, ambiente e digitalizzazione, tutti settori fondamentali per garantire un futuro sostenibile e competitivo”. L’appuntamento messinese si inserisce in un contesto di ampio dibattito nazionale sull’importanza degli investimenti pubblici nelle infrastrutture e sul ruolo chiave che svolgono nel favorire lo sviluppo socio-economico delle diverse regioni italiane. Sarà un’occasione importante per i cittadini siciliani e per tutte le parti interessate di comprendere meglio le prospettive e il valore che verranno offerte dai progetti infrastrutturali che saranno presentati.

Due diapositive “dal Sud”, scattate ieri, forniscono meglio di ogni altra analisi la raffigurazione del burrone che separa le due leadership: da un lato Giorgia Meloni che ha restituito ai cittadini di Caivano il nuovo centro sportivo, a meno di un anno dalle violenze del branco contro le due cuginette che fecero emergere tutto il degrado di quella periferia “d’Italia” ostaggio della camorra. Dall’altro Elly Schlein che ha attraversato lo Stretto di Messina «in venti minuti» – miracoli della campagna elettorale – e per questo ha sentenziato che il Ponte sia un capriccio dispendioso del centrodestra di cui la Sicilia e l’interno Mezzogiorno possono fare beatamente a meno.

 

Da una parte, infatti, troviamo la rappresentante delle istituzioni che riavvicina fattivamente (non solo simbolicamente) il centro decisionale – il governo – con un territorio divenuto negli anni una “no go zone”. Dall’altra ecco la rappresentante dell’opposizione, per la quale il delicatissimo rapporto con il nodo infrastrutture nel profondo Sud si risolve essenzialmente nell’esperienza del “suo” viaggio. Quanto di più lontano da chi vive quotidianamente quella realtà.

 

Meloni, al Parco Verde, ha saputo interpretare le istanze di una cittadinanza stanca di vivere sotto ciò che sembrava inevitabile: l’abbandono delle istituzioni. La riattivazione a tempi record dell’impianto sportivo – lì dove da anni si era arenato il progetto della Regione lasciando terreno fertile, dall’altra parte, al trionfo della malavita – è segno di una comprensione profonda delle necessità di una terra che ha dimostrato di avere bisogno non della ricetta assistenziale ma del ritorno dello Stato. Che significa infrastrutture, sicurezza, dignità e possibilità di poter rilanciare se stessi senza compromessi con l’anti-stato o essere costretti ad andare via dalla propria comunità.

 

Dall’altro Elly Schlein, attraversando in traghetto lo Stretto «in brevissimo tempo», se n’è uscita con una sentenza che dice tutto dell’approccio della sinistra con quelle grandi opere di cui il Mezzogiorno ha disperato bisogno: «Il Ponte non serve». Affermazione lunare, centrata su una visione “da cartolina” del problema e del Sud Italia, che conferma l’assoluta estraneità della segretaria del Pd al calvario di milioni di siciliani e dei calabresi alle prese – per mesi e mesi – con i tempi biblici di attraversamento. Per non parlare del nodo inquinamento che si “respira” a Messina, degli enormi costi sociali per le aziende del trasporto su gomma e del fatto che proprio il Ponte rientri nelle direttrici europee invocate a ogni piè sospinto proprio dai dem. Un atteggiamento che ricorda lo snobismo anti-sviluppista utilizzato nel 1964 da l’Unità – ai tempi organo del Pci – nei confronti dell’Autostrada del Sole: «Ce l’abbiamo», si leggeva in apertura, «ma non sappiamo a cosa serve…».

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sbarca a Messina per portare in Sicilia la sua visione per il futuro dell’Italia. “L’Italia dei Sì 2023-2032 – progetti e grandi opere in Italia” è il tema dell’evento che ha l’obiettivo di puntare i riflettori sui progetti infrastrutturali chiave che mirano a plasmare il paesaggio italiano nei prossimi anni. L’appuntamento nella Città dello Stretto è fissato per venerdì 31 maggio alle 10 al porto, più precisamente alla banchina Marconi, a bordo della nave Luigi Dattilo. Un luogo simbolico per una presentazione di altrettanto significato, poiché la Sicilia svolge un ruolo cruciale nel quadro delle infrastrutture italiane e nel piano di sviluppo nazionale.

 

Il tema, “L’Italia dei Sì 2023-2032”, suggerisce un approccio “propositivo e ottimista” verso la realizzazione di progetti ambiziosi che ad avviso del ministro possono dare un nuovo impulso alla crescita e al benessere del Paese. La presenza di Salvini in questa occasione intende sottolineare “l’importanza che il governo attribuisce alla Sicilia e al Mezzogiorno e alle sue esigenze infrastrutturali”.

 

I progetti che verranno presentati sono pensati “per migliorare la connettività e stimolare lo sviluppo economico: opere relative a trasporti, energia, ambiente e digitalizzazione, tutti settori fondamentali per garantire un futuro sostenibile e competitivo”. L’appuntamento messinese si inserisce in un contesto di ampio dibattito nazionale sull’importanza degli investimenti pubblici nelle infrastrutture e sul ruolo chiave che svolgono nel favorire lo sviluppo socio-economico delle diverse regioni italiane. Sarà un’occasione importante per i cittadini siciliani e per tutte le parti interessate di comprendere meglio le prospettive e il valore che verranno offerte dai progetti infrastrutturali che saranno presentati

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