È arrivato via libera dall’Aula del Senato al cosiddetto dl Salva-infrazioni, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”. I voti favorevoli sono stati 79, i contrari 26, gli astenuti 27. L’esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69 (A.S. 755) era stato avviato lunedì 19 giugno dalla Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato. Il provvedimento, approvato dal consiglio dei ministri il 7 giugno scorso e in scadenza il prossimo 12 agosto, passa ora all’esame della Camera.
“Il decreto – ha ricordato in Aula la senatrice FdI Carmela Bucalo – ha l’obiettivo urgente di prevenire l’apertura di procedura di infrazione e l’aggravamento di pendenti nei confronti del nostro Paese. Si vuole con questo provvedimento chiudere 8 procedure di infrazione e prevenirne l’apertura di altre nuove 12 entro il prossimo mese di settembre. Il numero complessivo delle procedure di infrazione avviate dalla commissione europea nei confronti dell’Italia risulta essere superiore alla media degli altri stati membri”. In sede di conversione del decreto la quarta Commissione “Politiche dell’Unione europea” del Senato ha approvato un emendamento del Governo in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese riguardante stabilimenti industriali, o parti di essi, dichiarati di interesse strategico nazionale, che agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento ILVA di Taranto. Un emendamento fortemente attaccato dall’opposizione.
Emendamento Ex Ilva
Il Senato ha dato l’ok a un emendamento del governo che agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento Ilva di Taranto. L’emendamento agevola la chiusura della procedura di infrazione pendente sullo stabilimento ILVA di Taranto (n. 2013/2177), relativa alla mancata adozione, da parte delle competenti Autorità italiane, delle misure necessarie a ridurre l’impatto ambientale dello stabilimento, in violazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (c.d. direttiva IED). Viene, inoltre, favorito il recepimento delle indicazioni contenute in ulteriori procedure di infrazione relative alla qualità dell’aria, con particolare riguardo al superamento di alcuni valori limite, come indicati nella direttiva 2008/50/CE, presso le aree dove sono ubicati stabilimenti di interesse strategico nazionale, tra cui il territorio del comune di Taranto (n. 2014/2147).
“Nel dettaglio, l’intervento normativo – spiega Palazzo Chigi – consente di proseguire nell’attività di modernizzazione e di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto, a differenza di quanto strumentalmente sostenuto da qualche opposizione, in attuazione del Piano di risanamento ambientale e delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri saranno definiti i criteri per attuare progetti di decarbonizzazione, con indicazione dei termini massimi di realizzazione. Inoltre, ulteriori progetti di decarbonizzazione potranno essere presentati dal gestore con oneri a proprio carico esclusivo. La nuova disciplina prevede che tutti gli obblighi previsti in capo al primo acquirente dello stabilimento dovranno essere rispettati anche dai successivi acquirenti, fino a quando non venga accertata la cessazione dei rischi connessi alla produzione: in questa maniera, l’emendamento assicura che la gestione dell’attività avvenga nel rispetto della normativa ambientale. In tal senso, l’emendamento approvato in Senato coniuga l’esigenza di garantire la continuità dell’attività produttiva, la salvaguardia dell’occupazione e la tutela dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori. Infine, in coerenza con il recente orientamento del Consiglio di Stato, si provvede a coordinare la disciplina relativa all’autorizzazione integrata ambientale e quella contenuta nel Testo Unico degli Enti Locali relativamente alle ordinanze contingibili ed urgenti, evitando sovrapposizioni di competenze e di valutazione”.
Le critiche dell’opposizione
“Quanto deciso in merito all’ex Ilva di Taranto nel dl Infrazioni è gravissimo. Il governo – commenta la deputata pugliese del Movimento 5 Stelle Patty L’Abbate – ha deciso scientemente di bypassare il territorio e i cittadini di Taranto, che da decenni pagano dazio in termini di salute per permettere al polo siderurgico di produrre. Meloni ha deciso d’imperio di accentrare su Palazzo Chigi ogni valutazione sui progetti legati alla decarbonizzazione del sito e di ampliare il tanto discusso scudo penale. Il messaggio che passa è lampante ed è il seguente: l’acciaieria deve produrre senza se e senza ma, se poi ci uscirà qualche intervento per inquinare un po’ meno tanto meglio, ma l’importante è innalzare i livelli produttivi. In parole povere, per questo governo la decarbonizzazione dell’acciaieria più grande d’Europa è un optional decisamente secondario. Gli emendamenti del M5s per fissare paletti seri sulle valutazioni d’impatto ambientale e sanitario sono stati tutti bocciati”.