In Olanda, una ragazza di soli 17 anni, dopo anni di sofferenze psichiche seguite a una violenza subita da bambina. Noa Pothoven è morta domenica in casa con l’assistenza medica fornita da una clinica specializzata. Aveva dichiarato di non riuscire più a vivere a causa della sua depressione.
Nel suo ultimo post su Instagram, Noa scriveva “amore è lasciare andare, in questo caso”, chiedendo ai suoi follower di non cercare di farle cambiare idea.
Noa aveva manifestato il suo disagio più volte, fin da giovanissima, scrivendo anche una autobiografia intitolata “Vincere o imparare”, in cui descriveva i suoi sforzi per superare i suoi disturbi. Con il libro, spiegava, voleva aiutare i giovani più vulnerabili a lottare per la vita, lamentando che in Olanda non ci siano strutture specializzate dove gli adolescenti possano ottenere supporto fisico o psicologico in casi simili. Successivamente, aveva espresso sui social il suo desiderio di farla finita, spiegando che non si è trattato “di una scelta impulsiva, ma a lungo meditata”.
Noa Pothoven, ha scelto di morire di fame e di sete, dopo essere stata violentata e aver sviluppato depressione, disturbo traumatico da stress, anoressia.
“L’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza”. Lo scrive il Papa su Twitter.
La morte di Noa Pothoven, la 17enne olandese che si è lasciata morire, aveva scritto in mattinata sempre su Twitter la Pontificia accademia per la vita. è una grande perdita per la società civile e per l’umanità. Dobbiamo sempre affermare le ragioni positive per la vita”.
Intanto su Twitter Marco Cappato, ex eurodeputato radicale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha attaccato i media italiani per aver scritto che la ragazza era morta per eutanasia. In realtà, ha scritto Cappato su Twitter, Noa si è lasciata morire a casa. “L’Olanda ha autorizzato #eutanasia su una 17enne? FALSO!!! I media italiani non hanno verificato. L’Olanda aveva RIFIUTATO l’eutanasia a #Noa. Lei ha smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti. Si attendono smentita e SCUSE”.
“La domanda – ha proseguito Cappato in un altro tweet – è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni.” Queste le parole di #Noa, pubblicate sui giornali olandesi, ma ignorate per malafede o sciatteria dai media italiani”.