“Ha fatto di tutta la sua vita un inno alla libertà”: lo scrive il presidente francese, Emmanuel Macron, in un lungo omaggio a Juliette Gréco, la cantante icona della Francia scomparsa ieri all’età di 93 anni.
“Il suo ultimo album, uscito nel novembre 2019, era semplicemente intitolato ‘Merci’, la gratitudine di una donna per la ricchezza di una vita abbracciata pienamente. E pero’ – precisa Macron – siamo noi che dobbiamo alla Dama in nero, alla sua voce, alla sua grazia, alle sue mani eloquenti, un immenso grazie”. Il presidente ripercorre la vita dell’artista, dall’infanzia “silenziosa e solitaria”, fino all’Occupazione che fece fuggire la famiglia in Doredogna, con la madre e la sorella arrestate e deportate a Ravensbruck, per il loro impegno nella Resistenza. “Lei stessa – ricorda il capo dello Stato – è sfuggita di poco a questo destino e passò diverse settimane in prigione, a soli sedici anni. Nella Francia del dopoguerra eccitata di esistere nuovamente, Juliette Gréco conobbe la felicità di una seconda nascita”, con una rete di “amicizie prestigiose e travolgenti, con pittori, filosofi e poeti che ispirava e che, in cambio, la rivelarono a lei stessa, lodando la potenza del suo timbro di voce grave e avvolgente, il senso eccezionale dei testi e delle melodie”.
Jean-Paul Sartre diceva che aveva nella gola “milioni di poesie che non sono state scritte e di cui se ne scriverà qualcuna”. Macron pensa anche al suo impegno politico e sociale: “Donna di convizione, ha offerto numerosi concerti nelle Case della Cultura della banlieue parigina, davanti ad un pubblico di studenti ed operai”. “Era l’eleganza e la libertà”. Ora raggiunge “Brel, Ferré, Brassens, Aznavour e tutti coloro che interpretò nel Panthéon della canzone francese”.