Si apre oggi, davanti ai giudici della prima Corte d’Assise di Roma, il processo per l’omicidio di Mario Cerciello Rega. Imputati i due ventenni americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth detenuti nel carcere di Regina Coeli dal luglio scorso, dopo l’aggressione al vicebrigadiere avvenuta nel quartiere Prati. Sono decine i giornalisti, italiani e non, accreditati per assistere all’udienza. “Ricorre il settimo mese del barbaro assassinio di mio marito Mario – ha scritto in una nota la vedova Maria Rosaria Esilio – credente, valoroso carabiniere, che aveva dedicato la propria vita cristiana al servizio del prossimo e in particolare degli ultimi, assassinio che non può e non deve restare impunito”.
Nei giorni scorsi, gli avvocati dei due imputati hanno fatto trapelare quella che sarà la principale linea difensiva, segnalando una serie di presunti errori nelle traduzioni delle intercettazioni che, a loro dire, potrebbero incidere sul procedimento.Finnegan Lee Elder, intercettato a Regina Coeli dopo l’arresto, “precisa più volte di non aver neppure intuito che Cerciello e il suo collega fossero appartenenti alle forze dell’ordine”, spiega l’avvocato Roberto Capra difensore, insieme a Renato Borzone, del giovane reo confesso dell’omicidio. Per questo Capra chiederà che vengano riviste: “Produrremo una serie di audio intercettati perché crediamo che una loro corretta traduzione possa rappresentare una prova a discarico del nostro assistito”.
L’omicidio risale alla notte del 26 luglio: dopo un tentato acquisto di droga da parte dei due ventenni, non andato a buon fine, i due rubarono lo zaino di Sergio Brugiatelli, l’uomo incontrato in strada, a Trastevere, che aveva indicato loro il pusher. Brugiatelli chiese aiuto al 112, e Cerciello e il collega Andrea Varriale intervennero all’appuntamento fissato da Elder e Hjorth, che avevano chiesto a Brugiatelli 100 euro per restituire il maltolto. Quando i militari cercarono di bloccare i due americani, Elder reagì colpendo Cerciello con 11 coltellate prima di darsi alla fuga con l’amico.La mattina dopo, i carabinieri fermarono i due americani, che avevano dormito in una camera dell’albergo Le Meridien, poco distante dal luogo dell’omicidio. Erano pronti a lasciare l’Italia e avevano nascosto in un controsoffitto l’arma usata nell’agguato: un coltello a lama fissa lunga 18 centimetri tipo ‘Trenknife’ Kabar Camillus, modello marines, che Eder aveva portato dagli Stati Uniti, imbarcandolo nella stiva dell’aereo durante il volo di andata.