Omicidio Lamolinara: oggi i funerali

Saranno celebrati oggi, nella chiesa di San Pietro a Gattinara i funerali di Franco Lamolinara, l’ingegnere italiano preso in ostaggio in Nigeria e ucciso durante un blitz delle teste di cuoio britanniche. Ha espresso vicinanza alla famiglia anche il premier Mario Monti, che ieri si  è recato a Gattinara, in provincia di Vercelli, per rendere omaggio alla salma dell’ingegnere e incontrare

la moglie Anna e i figli Mattia e Nicole.

Lamolinara ucciso da 3 /4 colpi di pistola – Ad uccidere Lamolinara, stando agli ultimi sviluppi delle indagini in corso, sarebbero stati 3-4 colpi d’arma da fuoco, come rivelano anche i resti dei proiettili che sono stato trovati nel suo corpo. Dall’autopsia, eseguita dagli esperti dell’istituto medicina legale di Sapienza, emerge che  il colpo fatale sarebbe stato sparato al capo e comunque “non a bruciapelo”.
Maggiori certezze, potranno arrivare solamente da ulteriori indagini dei Ris, potrebbero indicare al pm Francesco Scavo quale strada intraprendere. Gli inquirenti stanno valutando anche se avviare o meno delle rogatorie internazionali. “Ma prima bisogna avere ben chiaro cosa è successo”, si sottolinea. “Li abbiamo uccisi noi. Hanno confessato durante l’interrogatorio delle autorità nigeriane i presunti rapitori di Lamolinara e Chris McManus. I due ostaggi sono morti a Sokoto durante il fallito blitz delle forze speciali britanniche e nigeriane, autorizzato dal premier britannico David Cameron. La salma del tecnico è arrivata all’aeroporto militare di Ciampino a bordo dell’Airbus A319 dell’Aeronautica militare. Ad accoglierla, oltre ad alcuni familiari della vittima, anche il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. E mentre si sta cercando ancora di fare luce sul raid delle teste di cuoio britanniche, una nuova allarmante notizia arriva dal continente africano: lo stesso giorno del blitz fatale per Lamolinara è stato sventato giovedì ad Asaba, nel delta del Niger, il rapimento di un altro ingegnere italiano, quello di Renzo Galvagni. Secondo il quotidiano online Vanguar, un uomo è stato arrestato.

Una fonte della sicurezza nigeriana ha detto all’Afp che otto persone ritenute responsabili del rapimento di Lamolinara e McManus sono state trasportate nella capitale della Nigeria, Abuja, dove hanno confessato l’uccisione dei due ostaggi. “Le persone arrestate sono state portate ieri al quartier generale della polizia segreta, ad Abuja”, ha detto la fonte.

Un’altra fonte ha riferito a sua volta che “nel corso degli interrogatori uno (dei presunti rapitori) ha detto che gli ostaggi sono stati uccisi da loro quando hanno avvistato le forze di sicurezza” impegnate nel blitz, “perchè non erano sicuri che sarebbero sopravvissuti all’attacco”. Dagli interrogatori “stanno emergendo molte informazioni” utili per “una completa ricostruzione” della vicenda, ha detto ancora la fonte.

Secondo una testimonianza raccolta dal quotidiano britannico Times, i due sono stati uccisi dai loro rapitori nel bagno durante il blitz, giovedì, delle forze speciali nigeriane e britanniche. Hana, la vedova 31enne del custode della casa rimasto ucciso anch’egli nella sparatoria, ha raccontato che all’arrivo delle forze speciali nel rifugio c’erano sei sequestratori assieme agli ingegneri italiano e britannico.
“Erano tutti nel salone della casa dove si erano nascosti da dicembre scorso. Le pareti hanno tremato improvvisamente per un’esplosione nel salone del compound quando le mura sono state scosse dall’esplosione, i proiettili hanno cominciato a volare in aria. E’ stato terribile… – ha raccontato la donna – Mentre lo scontro a fuoco diventava più intenso , due uomini hanno portato gli ostaggi nel bagno. Ho sentito i colpi e sono corsa via. Non so come ho fatto a restare viva”.

La tensione tra Roma e Londra per le circostanze del blitz che ha portato alla morte dell’ostaggio italiano rapito in Nigeria rimane, anche se non ci sarà nessuno strappo diplomatico, né protesta formale. Al centro della controversia, il mancato coinvolgimento degli italiani nella scelta di lanciare l’operazione delle teste di cuoio nigeriane e le unità speciali dell’esercito britannico Sbs.

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