Il caporale degli Alpini Salvatore Parolisi è stato condannato dal Gup di Teramo Marina Tommolini all’ergastolo per aver ucciso la moglie Melania Rea con 35 coltellate il 18 aprile del 2011.
La fase finale del processo contro Parolisi, è stata caratterizzata dall’impassibilità dell’ex caporale maggiore, che non ha tradito emozione se non durante l’arringa del primo difensore, Nicodemo Gentile, che ha accennato alla piccola Vittoria, la figlia di Salvatore e Melania.
“Vederlo così impassibile mi infastidisce, ha dichiarato il fratello di Melania, Michele Rea, riferendosi a Parolisi. “Lo guardo ogni momento e vederlo così impassibile mentre si parla di Melania mi infastidisce – dice – è una mancanza di rispetto nei confronti di sua moglie”. “Se ci sarà la condanna – ammette però Michele – per noi sarà comunque un grande dolore, anche perché Vittoria perderà il padre”.
Papà Melania: “L’incubo continuerà per sempre”. Tristezza, ma anche tanta rabbia nelle parole di Gennaro Rea, padre di Melania. Qualsiasi sentenza, anche la più dura, non potrà mai restituirgli la figlia. “L’incubo non finirà mai”, dichiara infatti il signor Rea secondo cui qualsiasi decisione prenderanno i giudici, essa “non rappresenterà una vittoria per nessuno, perché se è vero che almeno l’incubo processuale sarà terminato, quello di vita – ha conluso- continuerà per sempre”.
Legali: “Processo da insufficienza di prove”. Per quanto riguarda la difesa, sono 5 i punti cìo affrontati. “Insussistenza del reato di vilipendio del cadavere, prove scientifiche favorevoli, ora della morte non certa, testimoni a scoppio ritardato dopo aver letto sui giornali i fatti”: su questi punti gli avvocati ammetteranno che Parolisi non ha detto tutta la verità, “ma come uomo e marito, e non certo come assassino della moglie”, hanno precisato i legali. “Si tratta del classico processo da insufficienza di prove, hanno aggiunto, e se questo delitto fosse accaduto tra il 1930 e il 1989 Salvatore sarebbe stato prosciolto proprio con l’istituto dell’insufficienza di prove. Ma con la riforma il processo è cambiato, e siamo qui a voler dimostrare, con assoluta serenità, l’innocenza di Salvatore Parolisi”.