Omicidio Rosboch, 30 anni a Defilippi: conferma della Cassazione

Parola fine sul caso riguardante la morte di Gloria Rosboch. La prima sezione penale della Cassazione ha infatti respinto i ricorsi presentati dalle difese di Gabriele Defilippi e Roberto Obert, confermando la sentenza della Corte d’assise d’appello di Torino del 14 dicembre 2018.

 Gabriele Defilippi dovrà scontare una pena a 30 anni di reclusione mentre l’amico Roberto Obert passerà 18 anni e 9 mesi in carcere.

 Gloria Rosboch scomparve il 13 gennaio 2016 e il suo corpo fu ritrovato un mese dopo in una discarica a Rivara, nel torinese. Secondo l’accusa, dietro l’omicidio c’era un raggiro: Defilippi, suo ex allievo, la convinse a versargli 187 mila euro in cambio della promessa di una nuova vita, in Costa Azzurra. Quando la donna, come ricostruito dalle indagini, si rese conto che erano parole al vento, chiese la restituzione della somma. Poco dopo si persero le sue tracce. Il suo corpo fu ritrovato il 19 febbraio, l’autopsia rilevò che era stata strangolata. Il processo Le indagini arrivarono a stringere il cerchio su Defilippi, il quale ammise subito dopo di aver ucciso la donna. In una delle prime udienze davanti al gup di Ivrea si dichiarò unico responsabile. Successivamente sono emerse anche le responsabilità di Obert, condannato in primo grado a 19 anni.

“Quello di Gloria Rosboch è stato un omicidio barbaro, tremendo, un delitto lucido ed efferato compiuto con un’azione studiata nei minimi dettagli“, ha detto il pg Casella nell’udienza davanti ai giudici di Cassazione. La difesa di Defilippi ha puntato sul disturbo di personalità del giovane ma il procuratore generale ha spiegato che in questo caso “manca l’elemento patologico, lo stato psicotico è stato escluso“.

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