Omicidio Scazzi. Famiglia chiede risarcimento di 33 mln di euro

Hanno chiesto un risarcimento di 33 milioni di euro, i difensori Nicodemo Gentile, Walter Biscotti ed Antonio Cozza per gli imputati al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi. Ogni componente della famiglia Scazzi, infatti, ha chiesto tre milioni di euro ciascuno a Michele, Cosima e Sabrina Misseri e due milioni ciascuno a Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di Michele accusati di averlo aiutato a nascondere il cadavere nel pozzo di contrada Mosca. L’avvocato Nicodemo Gentile ha chiesto alla Corte d’Assise pene giuste, non esemplari, così come chieste dalla pubblica accusa. “Chiediamo una giustizia fredda, senza sentimenti, proporzionata al reato commesso ed ai comportamenti dopo il delitto”, parlando di modalità mafiose usate nell’azione di soppressione del corpo, “Sarah doveva scomparire” ha aggiunto il legale invitando le imputate Cosima e Sabrina a dire la verità prima della sentenza di aprile. Palesemente falsa, etero-indotta, per i legali della famiglia Scazzi la confessione in aula di Michele Misseri. A lui si è rivolto l’avvocato Biscotti guardandolo negli occhi: “provi a pensare cosa ha pensato Sarah mentre la stavano uccidendo, faccia una vera preghiera, lei è l’unico che può salvare dall’ergastolo sua figlia”. Al processo è intervenuto anche l’avvocato Luigi Palmieri, parte civile per Maria Pantir, la badante rumena di casa Scazzi, accusata ingiustamente da Sabrina Misseri di essere coinvolta nella scomparsa della cugina. Domani nuova udienza al processo, interverranno i difensori dei tre imputati accusati di favoreggiamento e l’avvocato Luca Latanza, difensore d’ufficio di Michele Misseri.

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