Ondata di calore, dormire con il ventilatore acceso è sbagliato. Le serie conseguenze

In questi giorni, l’Italia sembra essere completamente stretta nella morsa di un’ondata di calore senza precedenti. Questo periodo soffocante spinge tanti di noi a cercare sollievo attraverso metodi più o meno convenzionali, tra cui l’uso diffuso dei ventilatori in tutte le loro forme. Tuttavia, quella che sembra essere una soluzione immediata e innocua può nascondere anche alcune sorprendenti insidie. La verità, infatti, è che tenere il ventilatore acceso durante un’intera notte può comportare rischi significativi che vanno ben oltre l’aumento della bolletta elettrica. Ma quali sono esattamente questi pericoli? Non ci resta che andare ad analizzarli insieme per cercare capire come affrontare al meglio questa emergenza… e magari riuscire a dormire sogni più sereni da ogni punto di vista!

Ondata di calore, dormire con il ventilatore ha i suoi effetti sulla bolletta?

I rischi del ventilatore: perché non va utilizzato di notte

Se usi il ventilatore di notte segui queste accortezze

Perché il ventilatore non raffredda l’aria ma ci sembra fredda?

Ondata di calore, dormire con il ventilatore ha i suoi effetti sulla bolletta?

Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), un’ondata di calore si verifica quando si registrano almeno sei giorni consecutivi con temperature massime superiori al 90° percentile rispetto ai dati climatologici di riferimento (ovvero le statistiche di alcuni periodi precedenti, in genere lustri o decenni). Quando se ne avvicenda una, se non abbiamo la fortuna di disporre di un condizionatore, è probabile che utilizzeremo un ventilatore, spesso durante la notte… ma qual è il suo impatto sulla bolletta?

A differenza dei condizionatori, i ventilatori consumano meno energia e offrono un sollievo più limitato, ma comunque significativo. Nonostante non raffreddino l’aria, essi sono in grado di creare un flusso che aiuta a dissipare il calore corporeo, rendendo il riposo notturno più sopportabile. Tuttavia, l’impatto economico dell’uso del ventilatore non è trascurabile. I consumi variano notevolmente in base al modello dell’apparecchio, alle ore di funzionamento, alla modalità di utilizzo e al costo dell’energia elettrica. Ma comunque abbiamo deciso di provare a fare una stima…

In media, un ventilatore moderno consuma circa 0,36 kWh. Se lasciato acceso per otto ore durante la notte, si traduce in un costo di circa 5-6 centesimi di euro a notte. Moltiplicato per una settimana intera, l’impatto economico è di circa 40 centesimi, una cifra davvero modesta. Ma infatti, il vero problema del ventilatore non è certo il suo impatto economico…

I rischi del ventilatore: perché non va utilizzato di notte

I ventilatori meccanici, sebbene siano una soluzione economica e diffusa per combattere il caldo, presentano alcuni rischi per la nostra salute, soprattutto quando vengono utilizzati durante le ore notturne.

Sono infatti molte le persone che si addormentano con il ventilatore acceso e puntato addosso, cercando sollievo dalle temperature elevate. È tuttavia molto importante conoscere quelli che sono gli effetti potenzialmente dannosi di questo comportamento.

Quando si utilizza un ventilatore durante la notte, è infatti fondamentale evitare di indirizzare il flusso d’aria direttamente sul corpo. È preferibile invece regolarlo in modo che l’aria circoli uniformemente in tutta la stanza. Il getto diretto può innanzitutto causare disidratazione, soprattutto per chi non assume una quantità sufficiente di liquidi durante il giorno. Il flusso d’aria costante può infatti accelerare l’evaporazione dei fluidi corporei, causando secchezza di bocca, gola, occhi e pelle. Particolarmente a rischio, in questo caso, è chi soffre già di secchezza oculare o respirazione nasale.

Inoltre, l’aria secca prodotta dalle pale del ventilatore può irritare le mucose, causando secchezza degli occhi e della bocca, e portare a un fastidioso mal di gola al risveglio, talvolta accompagnato da una altrettanto terribile congestione nasale .

Le persone con allergie devono prestare particolare attenzione all’uso del ventilatore. Il movimento continuo delle pale può sollevare polvere e allergeni presenti nell’ambiente (ad esempio: acari della polvere, muffe, peli di animali e pollini), peggiorando i sintomi allergici. Una notte apparentemente tranquilla, in questi casi, può diventare un vero e proprio incubo, specie se si soffre di asma o altre allergie respiratorie.

Il flusso d’aria diretto sui muscoli può causare crampi e rigidità, soprattutto al collo e alle spalle ma anche alla schiena e alle gambe. Il raffreddamento eccessivo dei muscoli durante il sonno può causare la loro contrazione involontaria, facilitata dalla disidratazione.

Se usi il ventilatore di notte segui queste accortezze

Se proprio non ce la fai a sopportare il caldo e ritieni necessario utilizzare il ventilatore per rinfrescarti durante la notte, è fondamentale adottare alcune accortezze per minimizzare i rischi per la salute e garantirsi un sonno più confortevole.

Innanzitutto, evita di indirizzare il flusso d’aria direttamente sul tuo corpo o su quello di chi dorme con te. È consigliabile invece il posizionamento del ventilatore in modo che l’aria si rifletta su una parete o sul soffitto. Questo semplice gesto, infatti, consentirà al flusso di circolare uniformemente in tutta la stanza, riducendo il rischio di disidratazione e irritazioni delle mucose.

Poi, è meglio impostare il ventilatore su una velocità bassa. Chiaro che quando fa caldo si vuole un po’ di ristoro e la tentazione di metterlo al massimo diventa altissima ma un flusso d’aria troppo intenso può aumentare la secchezza dell’aria e causare gran parte dei disagi di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti. Durante la notte, la bassa velocità basta e avanza per creare un movimento dell’aria che aiuti a dissipare il calore corporeo senza effetti negativi.

Se disponi di prese smart o di un ventilatore dotato di timer, l’ideale è programmarlo affinché si spenga automaticamente un paio d’ore prima del risveglio. Farlo aiuta a prevenire la secchezza delle mucose e l’irritazione degli occhi e della gola, che possono insorgere con un’esposizione prolungata.

Rimanere idratati è essenziale, soprattutto quando si utilizza un ventilatore durante la notte. Bere molta acqua durante il giorno aiuta a prevenire la disidratazione e a mantenere il corpo idratato.

Inoltre, l’aria secca può essere un problema quando si usa il ventilatore. Integrare un umidificatore nella stanza può aiutare a mantenere un livello di umidità adeguato, prevenendo la secchezza di occhi, naso e gola.

Perché il ventilatore non raffredda l’aria ma ci sembra fredda?

Un altro consiglio che vi vogliamo dare è quello di spegnere il ventilatore quando non ne avete bisogno, se uscite dalla stanza, o se lasciate la casa. Il motivo è molto semplice: in realtà, il ventilatore non raffredda l’aria in sé, ma ci fa percepire una sensazione di freschezza grazie a due meccanismi naturali.

Il primo di questi meccanismi porta il nome tecnico di “evaporazione accelerata” e deriva dal fatto che il nostro corpo regola la sua temperatura attraverso la sudorazione. Quando il sudore evapora dalla pelle, porta via calore dal corpo.

Il flusso d’aria del ventilatore, sbattendo contro il nostro corpo, accelera l’evaporazione del sudore dalla nostra pelle, aumentando la velocità di “raffreddamento” del corpo stesso: maggiore è la velocità dell’aria, maggiore è l’effetto rinfrescante. Lo stesso accade se mettiamo la mano fuori dal finestrino in un’auto a tutta velocità. Il “vento” che sentiamo causa una sensazione di fresco a causa di questo meccanismo.

Inoltre, intorno al nostro corpo tende a formarsi uno strato sottile di aria calda e umida, chiamato strato limite. Questo strato isola il corpo, ostacolando la dispersione del calore. Il ventilatore, con l’azione delle sue pale, rimuove lo strato limite di aria calda e umida, sostituendolo con aria più fresca e secca. Un’operazione, questa, che permette al corpo di disperdere il calore più facilmente, creando una sensazione di freschezza.

Fonte: Giuseppe Guarino

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