Una delle 150 sagome di Patrick Zaki poste all'interno di vari istituti dall'Ateneo di Bologna in attesa della sua liberazione, 16 Ottobre 2020. Gli studenti, presso le biblioteche e sale studio di Bologna e dei suoi Campus, potranno studiare accanto all'immagine di Zaky che occuperà le sedie libere per mantenere il distanziamento fisico anti covid, 16 Ottobre 2020. ANSA/MAX CAVALLARI

Ong: ‘Prolungata di 45 giorni custodia per Zaki’

Altri 45 giorni di custodia per Patrick Zaki. Lo ha stabilito una corta antiterrorismo del Cairo ieri, secondo quanto annuncia in un tweet l’ong Eipr di cui fa parte il ricercatore egiziano, studente all’Università di Bologna.

“Il terzo circuito (terrorismo) della Corte penale ha deciso di rinnovare la detenzione del nostro collega Patrick George Zaki, ricercatore presso l’Iniziativa egiziana, per un periodo di 45 giorni.”, riferisce la stessa “Iniziativa egiziana per i diritti personali” (Eipr).

“Patrick era stato arrestato il 7 febbraio mentre tornava dall’Italia, dove studia per un master, per trascorrere vacanze in Egitto”, si limita ad aggiungere il messaggio su Twitter.

La custodia cautelare in Egitto puo’ durare due anni e dopo una prima fase di cinque mesi di rinnovi quindicinali ritardati dall’emergenza Covid, ora il caso è in quella dei prolungamenti di 45 giorni.

Le accuse a suo carico sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali, e lui stesso durante l’udienza di ieri, considerano fake ma che hanno configurato fra l’altro i reati di “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e di “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”. Secondo Amnesty, il giovane ricercatore e attivista per la difesa dei diritti umani rischia fino a 25 anni di carcere.

Dopo ore e ore di attesa, questa decisione sconcertante, vergognosa di rinnovare di altri 45 giorni la detenzione di Patrick Zaki lascia veramente senza fiato e sgomenti”, ha commentato  Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

“Patrick terminerà questo anno terribile nella prigione di Tora – aggiunge -. È veramente il momento che ci sia un’azione internazionale guidata e promossa dall’Italia per salvare questo ragazzo, questo studente, questa storia anche italiana, dall’orrore del carcere di Tora in Egitto”.

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