Oltre un milione di rifugiati e migranti sono arrivati in Grecia dal 2015 per fuggire da guerre e povertà. Un numero talmente alto di profughi da infrangere il record del 1990, quando nell’ex Jugoslavia scoppiarono diversi cruenti conflitti. Per la maggior parte sono siriani, afgani e iracheni che provengono dalla Turchia e approdano sulle coste del Paese ellenico per arrivare poi nel nord Europa. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) l’anno scorso, sulle coste greche sono arrivati 856.723 rifugiati mentre dall’inizio del 2016 altre 143.634 hanno raggiunto la Grecia. L’alto commissario dell’Unhcr, Filippo Grandi, ha lanciato un appello a tutti i Paesi del mondo ad accogliere volontariamente più siriani. “Abbiamo semplicemente bisogno – ha affermato in occasione dei cinque anni dall’inizio della guerra in Siria – di più Paesi che siano pronti a condividere questo onere” e che “possano accogliere un maggior numero di rifugiati”. L’anno passato ha anche visto aumentare mese dopo mese il numero di persone che fuggivano dai loro paesi. La schiera di migranti è infatti passata dai circa 5.500 di gennaio alle oltre 221.000 persone di ottobre. Nel frattempo, quasi 4.000 profughi sono morti o scomparsi.
Intanto la Commissione Ue ha calcolato che per mantenere gli impegni presi sui ricollocamenti (106.000 da Italia e Grecia) entro settembre 2017 si debbano fare almeno 5.679 ricollocamenti al mese, ossia 187 trasferimenti al giorno. Bruxelles ha poi chiesto all’Italia di fare più centri per rimpatri, poiché i luoghi di accoglienza rimangono estremamente limitati. Mentre, però, in Europa si discute su come collocare i profughi, sul confine greco-macedone la situazione si aggrava sempre di più. La Macedonia ha infatti spostato al confine con la Grecia un numero imprecisato di truppe che erano stazionate da tempo in prossimità del centro di accoglienza di Gevgelija, situato non lontano dalla frontiera, secondo quanto appreso dall’Ansa.
La decisione, hanno spiegato fonti informate a Skopje, è stata presa alla riunione del consiglio di sicurezza convocato ieri. Una mossa forse pensato per vietare l’ingresso ai rifugiati, ma che probabilmente esaspererà gli animi fino a probabili gesti estremi. Già alcuni giorni fa, in molti hanno tentato di attraversare il fiume Suva Reka per raggiungere a nuoto la Macedonia. Il risultato è stato di tre persone annegate, tra cui una donna incinta. Ora si aspetta solo che i profughi sfondino il confine, tanto l’esercito è già schierato.
Alessandro Moschini