Le nozze tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca sono praticamente ufficiali, con la conclusione dell’opas nella serata di giovedì, la quale ha raccolto oltre il 90% di adesioni.
L’acquisizione di Ubi Banca da parte di Intesa porta alla nascita di un colosso nel panorama continentale: la nuova banca sarà il settimo gruppo bancario europeo per proventi operativi e il terzo per capitalizzazione dopo Bnp Paribas e Santander. Nel 2022 l’obbiettivo è di un utile non inferiore ai 5 miliardi di euro. I numeri Le nozze tra le due banche, secondo le previsioni, porteranno a numeri molto significativi. L’ammontare degli impieghi sarà di circa 460 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani affideranno alla nuova banca supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro. Risultati che saranno ottenuti, secondo il progetto di Intesa Sanpaolo, facendo leva sul “resiliente modello di business incentrato su Wealth Management e Protection“.
Intesa Sanpaolo dovrà rispettare le condizioni poste dall’Antitrust che prevedono la cessione di 532 filiali a Bper, così come è stato già concordato nei mesi scorsi. Al termine dell’operazione le sinergie di costo sono previste derivare per circa 340 milioni dalle spese per il personale, a seguito di uscite esclusivamente volontarie di circa 5.000 persone – che includono le mille richieste di adesione all’accordo sindacale di Intesa Sanpaolo del 29 maggio 2019 e le 300 persone previste nell’accordo sindacale di Ubi Banca del 14 gennaio 2020. Prevista anche l’assunzione di 2.500 giovani, nel rapporto di un’assunzione ogni due uscite volontarie.