E’ cominciata l’udienza del processo Open Arms che si celebra a Palermo con imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio Matteo Salvini per aver impedito, nel suo ruolo di ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti salvati dalla nave dell’Ong spagnola nell’agosto del 2019.
Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo nell’apertura di sabato la requisitoria dei pubblici ministeri Marzia Sabella, Giorgia Spiri e Gery Ferrara. Il leader della Lega oggi non era presente in aula.
“Con questa introduzione, è di intuitiva evidenza, il pubblico ministero sta procedendo con una requisitoria contro il decreto sicurezza bis che è un atto del governo e contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea, portata avanti dall’intero governo. Il pm credo che nonostante abbia detto che questo in realtà non voleva essere un intervento contro la politica nel momento in cui dice che al tavolo tecnico i decreti e le direttive sono tutte inaccettabili, intollerabili e in contrasto con i diritti umani in realtà sta processando la linea politica di quel governo. Per ora è così”, dice l’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Matteo Salvini, in una pausa del processo Open Arms in corso a Palermo.
“È una requisitoria un po’ contraddittoria perché la premessa è: non stiamo processando il governo, però il decreto sicurezza bis è in contraddizione con la Costituzione, non è accettabile redistribuire e poi sbarcare e il tavolo tecnico che ribaltava principi fondamentali. Sta parlando di linea di governo, di leggi e lui le contesta – conclude – Non c’è una condotta Salvini sul banco degli imputati ma una linea politica sul banco degli imputati”
“Mi auguro prevalga il buonsenso, perché la difesa dei confini non è un reato. È imbarazzante dover pensare a questo processo, visto che stiamo affrontando sfide importanti e i dati macroeconomici sono positivi: tasso di occupazione al 62,2%, disoccupazione ai minimi storici al 6,8%”: Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, lo dice in un’intervista a Libero a proposito del processo Open arms, per il quale rischia una condanna fino a 15 anni. A chi gli chiede se rifarebbe quelle scelte, risponde: “Assolutamente sì. Ho rispettato la parola con gli elettori, che chiedevano di fermare gli sbarchi, diminuendo le tragedie nel Mediterraneo”.
“È una responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Una mossa disperata, di chi non sa vincere nelle urne e allora prova a eliminare i rivali per via giudiziaria. Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo – per certi aspetti – perfino con Donald Trump”.
La Lega, aggiunge in un altro passaggio dell’intervista, “ha già previsto per i prossimi due fine settimana la mobilitazione in centinaia di citta’ italiane – con tanto di raccolta firme – per sostenere che il processo di Palermo non è processo al segretario della Lega o all’ex ministro, ma un processo all’Italia e alla coerenza di chi ha fatto quello che aveva promesso”.