Il capo d’ accusa è impedire ad una nave l’ accesso al porto di Lampedusa, per molti giorni, nonostante la presenza a bordo di naufraghi, tra cui tante donne e bambini. La risposta di Salvini: “Anche se mi condannano non mi dimetto”. Su questa sua affermazione ha ricevuto formali rassicurazioni non solo dai suoi colleghi di governo, ma anche dalla Premier, che si è spinta oltre, criticando la decisione dei Pm. Avanti tutta fino al giudizio di Cassazione ! Chissà quando! Una vera sfida lanciata alla magistratura inquirente e una sorta di avvertimento implicito a quella giudicante. Il tutto accompagnato da una costante campagna a favore dell’ imputato, con lo scatenarsi dei sostenitori che sui social fanno a gara a chi minaccia di più i Pm palermitani. E non mancano dichiarazioni di leader di centrodestra che addirittura parlano di magistratura eversiva. Ma tornando sulla frase di Salvini, ci troviamo senza dubbio dinanzi ad uno sbilanciamento di poteri: un leader di maggioranza che può continuare a rappresentare il proprio Paese da Ministro e Vicepremier, nonostante una condanna alquanto infamante. “Mi dichiaro colpevole di aver difeso i confini del mio Paese” . Altra frase emblematica del Capo della Lega. Difesa dei confini da una nave che trasporta 147 poveri cristi, lasciata 19 giorni senza farla salpare? E’ dal 2013, da quando Salvini ha preso in mano le sorti della Lega, che sentiamo frasi ad effetto, racchiuse in un vocabolario tutto fatto di demagogia e teso alla ricerca di un consenso, che dopo una fiammata alle politiche del 2018 e le europee del 2019, è diventata una flebile fiammella che rischia di spegnersi. Fa parte del ‘sistema Salvini ‘. Ma la storia e soprattutto la politica ci insegnano che le tendenze al ribasso non si fermano, mai da sole. Forse sarebbe utile ripensare alla strategia fino ad oggi messa in campo, metterne in atto una più sobria che abbia come obiettivo unire e non dividere. Ma Salvini al momento si fa incantare dalle sirene di Orban e addirittura dal visionario magnate americano, Elon Musk, che plaudono al suo atteggiamento e mettono all’indice l’ operato della magistratura. C’è un principio che il ministro e vice Premier Matteo Salvini dimentica o fa finta di aver dimenticato, che ‘la legge è uguale per tutti ‘. E il processo a cui è sottoposto è uguale a tutti gli altri processi, che si concluderà con una condanna o un’ assoluzione. In caso di condanna, il buon senso, anzi il pudore e il rispetto verso le Istituzioni che si rappresentano, imporrebbe di fare un passo indietro. Ma Salvini, con largo anticipo ha dichiarato: “Anche se mi condannano non mi dimetto”.
Andrea Viscardi