In acque italiane ma senza il permesso di sbarcare. E’ stallo sulla Open Arms e i 147 migranti a bordo di cui circa 30 minori. “Al riparo non abbiamo il permesso di entrare in porto”, fanno sapere dalla ong spagnola. L’ingresso in acque italiane è stato possibile dopo la mancata firma da parte dei ministri della Difesa, Elisabetta Trenta, e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, del secondo divieto di ingresso voluto dal ministro Matteo Salvini dopo che il Tar del Lazio aveva deciso la sospensiva del primo provvedimento di stop.
Intanto, in serata, è stato autorizzato lo sbarco per 5 dei migranti che da 14 giorni si trovano sulla Open Arms. Lasciano la nave della ong spagnola per motivi psicologici e perché bisognosi di soccorsi sanitari. Ad accompagnarli 4 familiari, quindi complessivamente sono nove persone. La Open Arms resta, intanto, a circa 150 metri dalla costa di Lampedusa (Ag). Sul molo Favarolo, ci sono tutte le forze dell’ordine e le ambulanze per trasferire i migranti.
Il decreto sicurezza bis infatti prevede che il divieto di ingresso sia deciso dal Viminale “di concerto con il Ministro della difesa e con quello delle infrastrutture e dei trasporti, secondo le rispettive competenze” e poi comunicata “al Presidente del Consiglio dei ministri”. Permane invece il mancato permesso di sbarco. Quest’ultimo infatti deve essere autorizzato dalla Prefettura, in questo caso quella di Agrigento, dunque in sostanza dal Viminale. La Prefettura poi predisporrà la macchina organizzativa.