Open Arms, Richard Gere parla di Matteo Salvini e Giorgia Meloni

In una lunga intervista concessa a The Guardian, l’attore Richard Gere ha raccontato la difficile esperienza a bordo della nave della Ong Open Arms e spiegato di non essere alla ricerca di visibilità, come detto da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. L’ex ministro dell’Interno è imputato nel processo a Palermo per sequestro di persona. La Procura lo accusa di aver impedito lo sbarco di 147 migranti che fuggivano dalla Libia, e che rimasero in mare dal 15 al 20 agosto 2019. Tra loro anche dei minorenni.

Open Arms, Richard Gere racconta l’esperienza sulla nave Ong in Italia

“Abbiamo visto che c’erano più di un centinaio di persone a bordo”, ha dichiarato Richard Gere. “Mi vergognavo perché noi avevamo tutto e non eravamo in grado di accogliere esseri umani come noi, i nostri fratelli e le nostre sorelle che stavano morendo di fame, traumatizzati. Se gli avessero detto che sarebbero stati riportati in Libia, si sarebbero buttati in mare per annegare, e sentivo che era nostra responsabilità portare più luce possibile a bordo”.

L’attore si trovava in vacanza in Toscana quell’estate, quando venne a conoscenza del nuovo decreto Sicurezza emanato da Matteo Salvini, con multe fino a 50 mila euro per le navi che portavano i migranti in Italia senza autorizzazione. Un amico gli spiegò che stava diventando “un reato aiutare le persone in difficoltà”.

Incredibile per il divo hollywoodiano. “In Italia, un Paese profondamente cristiano, come poteva succedere una cosa simile? Come poteva essere criminale aiutare le persone che hanno bisogno di aiuto? Ero sbalordito“, ha spiegato l’attore.

Così sarebbe arrivata la decisione di partire alla volta della Sicilia e salire sulla Open Arms con cibo e acqua, nonostante le mancate autorizzazioni da parte delle autorità italiane.

Sopra la nave “mi sono presentato e ho presentato mio figlio”, parlando con tutte le persone a bordo. “Li ho guardati negli occhi. La maggior parte di loro non sapeva chi fossi. Per loro ero solo un operatore che gli stava portando del cibo e faceva il suo meglio per sorridere ed essere gentile. Gli abbiamo portato acqua e cibo, e forse un po’ di speranza“.

“Eravamo un’ancora di salvezza per un mondo senza torture, con sogni e nuove possibilità. Ho chiesto loro da dove arrivassero e chi fossero”. Tra i migranti, ha raccontato Richard Gere, anche madri con figli piccoli scappati alle milizie libiche in cerca “di speranza e sicurezza. Ed erano lì, a 20 miglia dalla salvezza, ma senza poter raggiungere la costa”.

Open Arms, la rivelazione di Richard Gere su Angela Merkel e Pedro Sánchez

Dalla nave, l’attore avrebbe chiesto anche aiuto al primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, ricevendo però una risposta negativa “a causa della destra che stava facendo pressioni al governo” sul tema migranti. “Ne prendiamo troppi“, avrebbe risposto il politico. Stessa risposta anche da parte della Germania di Angela Merkel. “Alla fine, nessuno voleva prendersi questa responsabilità”.

Open Arms, la stoccata di Richard Gere a Matteo Salvini e Giorgia Meloni

L’esperienza sulla nave avrebbe convinto Richard Gere a testimoniare nel processo contro Matteo Salvini, a favore di Open Arms. Una scelta non ben vista dalla politica italiana, con il leader della Lega e la compagna di coalizione Giorgia Meloni che hanno definito il processo poco serio e dichiarato che l’attore sarebbe “in cerca di visibilità“.

“Visibilità? Veramente starei cercando l’anonimato, è l’opposto”, ha spiegato il divo. “Prima di tutto non conosco queste persone. Non le ho mai conosciute, ma dubito fortemente che si siano mai ritagliati del tempo per andare su una nave a fare un’esperienza umana e per capire le persone reali su cui hanno ripercussioni le loro decisioni. Se l’avessero fatto, penso che ci sarebbe stato un altro tipo di comunicazione”.

Processo Open Arms, Richard Gere: “Non auguro nulla di male a Matteo Salvini”

“Non mi vedo come una star del cinema. Sono uno dei 7 miliardi di esseri umani sul pianeta. Questo è. Niente più. Non sono meglio o peggio di chiunque altro”, ha sottolineato Richard Gere a The Guardian.

“Non so niente delle politiche italiane e non conosco gli imputati di questo processo. Francamente non auguro nulla di male a Matteo Salvini. Mi interesso delle persone che hanno sofferto così tanto. È questo che mi spinge ad agire. È possibile, perché mi trovavo lì, nel mezzo della pazzia, che la mia viscerale empatia umana sia più profonda di quella di altre persone”, ha dichiarato.

Per poi precisare di essere solo “un testimone, niente di più, niente di meno. E posso condividere ciò che ho visto con il resto del mondo, se mi viene chiesto”. Tuttavia “in termini di politiche, non sostengo una parte né l’altra riguardo ciò che gli italiani dovrebbero fare. Questo spetta totalmente agli italiani“.

Sul processo a Palermo, l’attore ha dichiarato che “sarà molto semplice. Dirò solo la verità. Dirò quello che ho vissuto. Sarò lì per parlare per le persone che non hanno voce. Non riguarda me. Sono completamente irrilevante in questo contesto. Sarò onesto. Posso essere invisibile. Sono solo un testimone”.

Richard Gere parla dei movimenti neofascisti in Italia e in Europa

L’attore ha anche parlato della diffusione dei movimenti neofascisti in tutta Europa e nel nostro Paese. “Abbiamo visto nel periodo nazista come fosse facile cambiare idea sull’altro e fargli cose indicibili”. Quella degli estremisti “è una mentalità di ignoranza, di crudeltà“, di chi “pensa che come persone esistiamo in una bolla tutta nostra, e che anche come stati esistiamo in una bolla tutta nostra”.

Gli imputati di questo processo, così come Donald Trump, “sfruttano le persone che il resto di noi praticamente non vede. Questo mi spaventa. Non vediamo i nostri fratelli e le nostre sorelle abbastanza bene da capire da dove arriva l’oscurità all’interno delle nostre comunità. È importante guardare bene e non emarginare nessuno, ma accogliere l’altro”.

Open Arms, la dura risposta di Matteo Salvini a Richard Gere

Subito è arrivata la replica di Matteo Salvini. “Qualcuno avvisi il miliardario americano che grazie alla mia azione al Governo abbiamo dimezzato il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo, assicurando degna accoglienza ai profughi veri”.

“Se Richard Gere ignora le leggi italiane e le giudica lo stesso non fa bella figura. Se lo lasciano indifferente morti, sofferenza ed illegalità, ha ben poco di cristiano e solidale. Io non giudico lui come uomo e attore, e non giudico le leggi del suo Paese. Lui eviti di giudicare l’Italia e gli italiani”, ha sentenziato il leader del Carroccio con un post su Facebook.

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