Orlando si candida a Palermo e accusa il Pd. “Le primarie sono state truccate”

“Mi candido a sindaco di Palermo perché la città è in default  e fino adesso nessun candidato a sindaco ha fatto appello alle categorie produttive, salvo patteggiare qualche assessorato”. Leoluca Orlando ufficializzando la sua candidatura a sindaco di Palermo sceglie parole dure e tutte, quasi, indirizzate contro il Pd. Al portavoce nazionale dell’Idv non sono piaciute le primarie che hanno sancito la sconfitta della candidata ufficiale della foto di Vasto e portato alla vittoria il suo ex pupillo. Parla di brogli e di legalità. “Mi candido perché le primarie sono state inquinate e truccate”. “Le Primarie andavano azzerate e – ha osservato – bisognava trovare un altro candidato”. Insomma bisognava fare come successo a Napoli e convergere tutti su un nuovo De Magistris palermitano.  “Queste primarie sono incompatibili con partiti che dicono di volere la legalità e inoltre si è rotto il centrosinistra. Ecco perché ho deciso di candidarmi a sindaco di Palermo”. “La mia candidatura che inizialmente era esclusa adesso si è resa necessaria – ha detto Orlando – noi ci rifiutiamo di pensare che a Palermo si possa costruire una coalizione alternativa al malgoverno degli ultimi anni con primarie truccate e alleandosi con Lombardo che il Pd sostiene pur essendo indagato per mafia ed eletto peraltro da uno schieramento avversario”.  Lui da buon veterano delle elezioni amministrative palermitane, è la quinta volta che si candida, scende subito in campagna elettorale e accusa il Pd di scarsa coerenza. “Chiedete al Partito democratico che coerenza c’è nel sostenere un presidente di regione indagato per mafia dell’altro schieramento. E che coerenza c’è a parlare di primarie quando queste sono inquinate? Noi rispettiamo le primarie di Genova e di Milano. Palermo sta ripetendo invece la stessa esperienza di Napoli”. E a Valter Weltroni, che ha criticato la sua scelta di candidarsi alla fascia tricolore di Palermo, chiede di tenere giù le mani da Palermo. “Perché non parli del tuo Pd che in Sicilia appoggia un governatore indagato per mafia?”, si chiede Leoluca Orlando replicando alle dichiarazioni dell’ex segretario del Pd che ha criticato la sua scelta di candidarsi a sindaco di Palermo. Diverso il discorso su Sel. “Rispettiamo le scelte, ma io a Vasto c’ero. In quella foto non era presente un presidente della Regione indagato per mafia sostenuto dal Pd e non c’erano voto di scambio, brogli e incetta di certificati elettorali”. Ma difficilmente una spaccatura così vistosa, destinata ad allargarsi a macchia d’olio, possa non avere nessun riflesso anche in ambito nazionale in vista delle alleanza per le elezioni politiche.

 

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