Nell’autoproclamato Stato islamico, Isis, sono state trovate fosse comuni, espressione di autentica barbarie con strage di yazidi attraverso donne e bambini sepolti vivi dagli jihadisti. In Iraq, quindi, continuano le efferatezze degli estremisti nonostante i raid americani. L’Isis si è materializzata di colpo perchè da tempo covava sotto la cenere, ben pronta allo sradicamento totale delle minoranze religiose, cristiani inclusi. La comunità cristiana è antichissima in Iraq ed ha sempre fatto parte del tessuto del Paese, ma la loro presenza si affievolisce sempre di più. L’Iraq resta di fatto una maledizione che fuoriesce dall’oro nero e dal 2003 è costata la vita a 405 mila persone. In migliaia oggi continuano a rischiare la morte per fame, per sete e per la violenza dei fondamentalisti. Le forze aeree americane hanno compiuto mirati attacchi sulle postazioni dell’Isis, ed in particolare per difendere le forze curde vicino ad Erbil, dove si trovano personale e cittadini americani. Questo appoggio aereo ha permesso alle forze curde di riconquistare le due cittadine di Guwair e Makhmur, cadute nelle mani dell’Isis. Sono due località strategiche perchè poste sulle strada che conduce ad i pozzi petroliferi di Kirkur. Al centro dell’attenzione resta comunque il dramma degli Yazidi, seguaci di una religione pre-islamica considerati miscredenti dallo Stato islamico. L’Italia sta valutando una serie di iniziative a supporto degli aiuti umanitari e che non riguarderanno soltanto il ministero degli Esteri ma anche il ministero della Difesa. Federica Mogherini ha affermato che: “La priorità assoluta della Farnesina è quella di difendere i civili. Stiamo valutando insieme ai principali partner europei forme più efficaci per fermare lo stato islamico e non si tratta di un intervento militare ma di un sostegno, anche militare, al governo curdo. Sia io, sia il ministro della Difesa Pinotti, siamo pronte a riferire in Parlamento in qualsiasi momento sulla crisi irachena e siamo a disposizione del Parlamento. Quella per la situazione in Iraq, è una preoccupazione condivisa da tutte le forze politiche italiane”. In Usa, Barack Obama ha avviato sì le operazioni contro i jihadisti di Isis, ma si è visto attaccare dai “falchi” e da Hillary Clinton, che lo hanno accusato di essere “troppo cauto” in politica estera. La Clinton, a sua differenza, è decisamente interventista ed invoca un maggior ricorso alla potenza militare Usa. L’ala interventista del partito repubblicano rilancia la teoria che sia stato Obama ad indebolire il Medio Oriente, perdendo anche la guerra in Iraq con il ritiro delle truppe nel 2011, e non imponendo agli iracheni la permanenza dei soldati americani. Questa addomesticata versione tralascia che fu il presidente Bush a restituire agli iracheni la sovranità nazionale. Per gli americani non era valsa neanche la pena di combattere quella guerra.
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