Otto e Mezzo e Carlo Calenda: ‘Di Maio in un Paese normale venderebbe giornali’

Carlo Calenda è stato l’ospite principale della puntata di Otto e Mezzo andata in onda su La7 giovedì 7 ottobre. Il leader di Azione, reduce dall’ottimo risultato personale alle comunali di Roma, dove con una sola lista ha preso quasi il 20 per cento (più di qualsiasi altra civica o partito in corsa), non si è sottratto alle domande di Lilli Gruber e Luca Telese. In particolare sulla questione del centrosinistra, con Enrico Letta che punta a fare un’ampia coalizione che comprenda sia Calenda che Giuseppe Conte.

“Io sono favorevole a costruire un’alleanza – ha dichiarato l’ex ministro – per mettere insieme i socialisti democratici, tra i quali siedo in parlamento, i liberal democratici che vanno costruiti e i popolari tipo Mara Carfagna, che devono dire al centrodestra che esiste un’alternativa a quello schifo lì”. “Quindi Conte no ma Berlusconi sì?”, è stata la domanda provocatoria della Gruber. Calenda ha prontamente ribattuto: “Berlusconi ormai è andato. Io non sono d’accordo a estendere questa coalizione a sovranisti e populisti, Conte non so nemmeno dove si posiziona. Lui è un trasformista, retorico e superficiale, non ne ho stima dal punto di vista politico”.

Quindi Calenda ha ribadito il suo “no” al Movimento 5 Stelle e ha pure bastonato Luigi Di Maio: “Da ministro dello sviluppo economico è stato disastroso. In un Paese normale venderebbe i giornali. La sinistra riformista è davvero ridotta a pensare che non si può governare senza Conte, Di Maio e Taverna?”.

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