Otto e mezzo, la domanda di Lilli Gruber a Ranucci sul caso Sgarbi

Si parla del caso Sgarbi da Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, in studio c’è Sigfrido Ranucci che a Report su Rai tre ha mandato in onda diversi servizi contro il sottosegretario alla cultura sulla presunta opera d’arte rubata. “Sigfrido, ma qualcuno del governo ha ringraziato dato che con la tua inchiesta hai tolto a Meloni l’impaccio? Cominciava a diventare imbarazzante la presenza di Sgarbi”, incalza la Gruber mentre Ranucci risponde subito: “Accolgo il silenzio come un segnale di ringraziamento”. “Quindi normalmente questo non accade…”, ribatte la conduttrice.

Secondo il giornalista Sgarbi rispetto alle dimissioni “ha fatto quasi tutto da solo”. E “ora comincerà un’agonia, una lunga trattativa, perché Sgarbi continua a fare Sgarbi”. Addirittura secondo Sigfrido Ranucci “Sgarbi starebbe lavorando a un suo simbolo, un suo partito per le Europee”.

In una intervista a Il Corriere della Sera Sgarbi ha dichiarato: “Non mi dimetto per il parere dell’Antitrust che è antinomico e contraddittorio. Per adesso comunque è più preciso dire che mi auto-sospendo. Aspetto il giudizio del Tar”. Sull’ipotesi di una revoca delle dimissioni, Sgarbi ha quindi smentito: “No, qualsiasi sia l’esito, le dimissioni non le revoco”, anche se il pronunciamento dell’Antitrust è “contraddittorio”.

Il Teatro Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia ha ospitato  giovedì 8 febbraio il critico d’arte Vittorio Sgarbi impegnato in una lezione-spettacolo sulle figure di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, e di Pier Paolo Pasolini. Pasolini Caravaggio è il titolo della serata, inserita nel cartellone firmato da Comune ed ERT, che avrà inizio alle ore 20.45.

Il critico d’arte e scrittore ha portato negli ultimi anni nei teatri del Circuito ERT le sue lezioni dal vivo su Caravaggio, Raffaello, Leonardo, Michelangelo e Giotto. La sua nuova indagine – come accaduto nella precedente con le figure di Dante e Giotto – raddoppia i protagonisti: al centro della narrazione, come detto, ci sono le figure di Pier Paolo Pasolini (Bologna 1922 / Lido di Ostia 1975) e di Caravaggio (Milano 1571 / Porto Ercole 1610). Il filo rosso che li unisce risiede nel fatto che, seppur su piani differenti, entrambi innescarono roventi polemiche attraverso la loro arte e la loro vita, divenendo interpreti di nuove realtà spesso non comprese dai coevi.

Caravaggio è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. “Ogni secolo sceglie i propri artisti – questo il pensiero di Vittorio Sgarbi – e questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio”.

In questo spettacolo, Vittorio Sgarbi condurrà il pubblico nelle vite e dentro le opere rivoluzionarie di Michelangelo Merisi e Pier Paolo Pasolini. Trascendendo immagini e testi, Sgarbi porterà alla luce quanto di più necessario ci è stato donato dalle rivoluzionarie attività di questi due maestri i quali, nonostante abbiano vissuto a circa quattrocento anni di distanza l’uno dall’altro, lottarono contro analoghi ostracismi, pagando il caro prezzo della vita in cambio della propria libertà intellettuale

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