Il Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Draghi il 24 settembre ha previsto il rientro in ufficio dal 15 ottobre per i dipendenti pubblici. Da qui passa dunque l’atteso decreto della Pa messo a punto dal ministro Brunetta, che disciplina le modalità di rientro in ufficio per gli statali.
Tra le novità: il rientro in presenza entro fine ottobre e, per evitare assembramenti, una maggior flessibilità negli orari, anche in deroga a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro.
Pa, rientro in ufficio entro il 30 ottobre
Obiettivo del provvedimento, è quello di “realizzare il superamento dell’utilizzo del lavoro agile emergenziale come una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, a decorrere dal 15 ottobre 2021, nel rispetto delle vigenti misure di contrasto al fenomeno epidemiologico adottate dalle competenti autorità”.
Per farlo, le “amministrazioni organizzano le attività dei propri uffici prevedendo il rientro in presenza di tutto il personale entro i quindici giorni successivi alla data” del 15 ottobre, “assicurando, da subito, la presenza in servizio del personale preposto alle attività di sportello e di ricevimento degli utenti (front office) e dei settori preposti alla erogazione di servizi all’utenza (back office), anche attraverso la flessibilità degli orari di sportello e di ricevimento dell’utenza”.
Pa, orari flessibili anche in deroga al Ccnl
E allo scopo di evitare che il personale che accede alla sede di servizio si concentri nella stessa fascia oraria, “individua, anche in relazione alla situazione del proprio ambito territoriale e tenuto conto delle condizioni del trasporto pubblico locale, fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita ulteriori rispetto a quelle già adottate, anche in deroga alle modalità previste dai contratti collettivi e nel rispetto del sistema di partecipazione sindacale”.