Inizia a prendere corpo l’idea di Mario Monti per risollevare l’economia italiana. Il professore deve subito dare delle risposte a Bruxelles che ha chiesto all’Italia una correzione da 20-25 miliardi. Allo studio c’è il pacchetto fiscale con Ici, Iva e lotta all’evasione, subito dopo la riforma delle pensioni e del mercato del lavoro. Il premier non lo dice esplicitamente ma sta pensando anche alla patrimoniale. Bisogna fare cassa. Il governo vuole dare subito un segnale ai mercati e ai colleghi europei sull’attuazione veloce e rigorosa di un percorso antideficit e sulle misure per rimettere in moto la crescita. Oggi, nel consiglio dei ministri dedicato a Roma Capitale, potrebbe esserci anche una ricognizione preliminare del primo pacchetto da varare già venerdì o subito dopo la riunione dell’Eurogruppo e dell’Ecofin fissata per il 28-29 novembre. Di sicuri entro la fine di questo mese dovrebbe essere nota la prima parte della cura Monti.
Sul tavolo il professore calerà più di un intervento. Si partirà, come tutti danno già per scontato, con la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa con un faro sui maggiori patrimoni. Si sta ragionando se rimodulare l’imposta municipale unica Imu o il nuovo tributo rifiuti e servizi (Res). La tassazione prevista dovrebbe essere progressiva.
Allo studio ci sarebbero anche novità per i pagamenti in contanti. Il professore vuole abbassare il tetto dei pagamenti cash e introdurre la moneta elettronica. Dal governo si sta valutando di abbassare l’attuale soglia da 2.500 euro a 500-350 euro: superato questo limite non si potranno usare le banconote. Questa misura sarebbe accompagnata dall’eliminazione delle commissioni sull’uso delle carte di credito ma un parallelo aumento delle commissioni per il prelievo al bancomat.
Sul tavolo c’è anche un aumento dell’Iva, dal 21 al 23% e delle accise sulla benzina e su gas e gasolio da riscaldamento. Oltre a un nuovo pacchetto di tagli alla spesa, a cominciare da una ‘spending review’ del Fondo unico della Presidenza del consiglio, un’accelerazione delle liberalizzazioni e un piano infrastrutture con una maggiore partecipazione dei capitali privati, si ragiona anche su interventi per ridurre la prima aliquota Irpef e il costo del lavoro che appesantisce le aziende facendo leva sull’Irap.