Pacco bomba a Equitalia: caccia ai responsabili

Non si fermano le indagini   degli investigatori per individuare le persone coinvolte nella spedizione del pacco bomba, rivendicato dalla Federazione Anarchica Informale (Fai), che è esploso ieri a Roma nella sede di Equitalia, ferendo il direttore generale dell’agenzia tributaria, Marco Cuccagna.

Ieri Cuccagna è stato operato e i medici sono riusciti a salvargli la vista e a suturargli le tre dita lacerate dall’esplosione, anche se ha perso una falange dell’anulare. “Per fortuna non avevo gli occhiali in quel momento. Sarebbe stato di disastro”, dice Cuccagna. I medici del Sant’Eugenio di Roma hanno del resto spiegato di avergli comunque dovuto estrarre “numerosi corpi estranei congiuntivali, corneali e sclerali, piuttosto profondi”.

“Sembrava una porta tagliafuoco, invece era una bomba” un dipendente dell’agenzia di riscossione, Marco Lotito. “E’ stato un atto dimostrativo perché  in questo paese non fa comodo attaccare Equitalia. Non si può stare allegri, è ovvio. Personalmente penso che questa sia la campagna di odio portata avanti da qualcuno… Radio… Anche le istituzioni”.

In queste ore tuttavia, cresce la preoccupazione per l’ ipotesi di un terzo pacco bomba, che era stato annunciato dagli stessi anarchici.

E’ stata innalzata la vigilanza su banche e obiettivi sensibili riconducibili ad attività economiche, secondo quanto prevede una circolare inviata dal Dipartimento di pubblica sicurezza a prefetti e questori. Il pacco esplosivo era stato indirizzato e recapitato ieri allo stesso Cuccagna, che lo aveva aperto. Il contenuto della lettera di rivendicazione contenuta nel plico postale imbottito é simile a quello trovato solo due giorni prima, mercoledì scorso, in un altro pacco bomba recapitato in Germania, alla sede centrale di Francoforte della Deutsche Bank. In entrambi i casi i pacchi erano stati inviati da un ufficio postale di Milano. Ora si teme per la terza bomba della ‘Fai’, che nella rivendicazione di tre giorni fa parlava di tre pacchi esplosivi spediti “contro banche e banchieri, zecche e sanguisughe”.

La ‘Fai’ ha colpito ieri nella Capitale a distanza di soli due giorni dalla consegna della prima scatola esplosiva. Stavolta il bersaglio era l’Italia. Sulla busta il destinatario era proprio il direttore generale di Equitalia Cuccagna. L’indirizzo era quello del suo ufficio al secondo piano nella sede centrale dell’agenzia per la riscossione dei tributi, a Roma in via Millevoi, nel quartiere Ardeatino. Qui è stato recapitato il plico, una busta imbottita giunta via posta con timbro da Milano.

 

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