Una storia di racket che colpisce l’imprenditoria. Vicende fin troppo comuni che rasentano la normalità, quando ricevono il beneplacito dell’omertà. Spesso, ma non sempre. C’è chi però ha trovato il coraggio di denunciare, come Il presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno. L’imprenditore ha fatto i nomi dei suoi estortori, che sono stati arrestati questa mattina dalla squadra mobile di Trapani. Bongiorno dal 2005 era finito nel mirino della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo (Trapani). Bongiorno, titolare della ditta castellammarese Agesp spa che opera nel settore dei rifiuti, nel corso degli ultimi 8 anni avrebbe più volte pagato il pizzo fino al mese scorso quando ha deciso di denunciare. Il soggiogo alla mafia sarebbe iniziato nel 2005 quando l’imprenditore sarebbe stato costretto da Gaspare Mulé a elargire alla “famiglia” 10.000 euro, pretese perche’ la madre dell’imprenditore, Girolama Ancona, oggi deceduta, aveva mancato di pagare determinate quote estorsive. La donna gia’ nel 2000 aveva denunciato facendo condannare il mafioso castellammarese Mariano Saracino.
Un nuova richiesta a Pasqua del 2007 quando Fausto Pennolino, titolare di un ristorante castellammarese, avrebbe accompagnato l’imprenditore al cospetto del boss Mariano Asaro, oggi detenuto, per una nuova tangente: stavolta Bongiorno avrebbe versato 5.000 euro agli indagati. Dopo una pausa di tre anni in coincidenza con la carcerazione dei tre presunti estorsori, ad agosto scorso una nuova “visita” di Mule’, frattanto scarcerato, e un’altra richiesta cospicua per saldare gli “arretrati”: 60 mila euro, 10 mila per ogni anno che l’imprenditore non avrebbe pagato, dalla Pasqua del 2007 ad agosto scorso. Stavolta, Bongiorno, che da maggio e’ alla guida di Confindustria Trapani, ha infine deciso di non sottostare alle pressioni estorsive e si e’ rivolto agli inquirenti.