Pagamenti Pos, scattano le multe per chi non si adegua

Col mese di settembre sono ufficialmente scattate le sanzioni per tutti quei commercianti che non si adeguano alla normativa che impone l’obbligatorietà dei pagamenti elettronici tramite Point of Sale (POS), ovvero il dispositivo che permette di pagare attraverso bancomat o carte di credito.

Nonostante l’obbligatorietà sia in vigore dal 2015 per negozianti, liberi professionisti e ristoratori, l’Italia sarebbe in netto ritardo rispetto ai paesi del Nord Europa e Stati Uniti, ma il tutto sarebbe da imputare alle spese ed i canoni che gli esercenti devono pagare per i Pos. Secondo uno studio condotto da SosTariffe.it, la scarsa diffusione dei Posè legata alla poca chiarezza sui costi di gestione e, soprattutto, ai costi di installazione e utilizzo del dispositivo che è tutt’altro che gratuito per i commercianti del nostro Paese.

  Il costo d’acquisto del terminale è di 61,7 euro per quello mobile e 77 euro per quello tradizionale, il 13,7% in più rispetto al 2015. Il canone mensile, invece si aggira intorno ai 24,1 euro per il Pos sulla linea fissa, e 13,7 euro su quello mobile, il tutto a fronte di un aumento di circa il 10,7%.  I costi totali possono arrivare a 6.300 euro annui (oltre il 40% in più rispetto al 2015).

La stangata vera e propria però riguarda la percentuale dovuta su ogni transazione. E’ chiaro che queste variano a seconda della tipologia di carta scelta dal clienti. Se il cliente paga con carta di credito, per ogni transazione il commerciante dovrà versare circa il 2,5% di quanto transato (2,44% con POS mobile e 2,72% con dispositivo fisso). Se invece la carta scelta è un bancomat, l’addebito varia da 1,88% per un POS tradizionale a 1,95% con POS mobile.

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