“Però qualche voto qui lo prendiamo?”. La risposta è: “Tu si! Tu personalmente si!”. Eccolo il dialogo tra Francesco Lombardo, candidato al consiglio comunale di Palermo tra le fila di Fratelli d’Italia, con il boss Vincenzo Vella. Entrambi sono stati arrestati ieri pomeriggio dagli investigatori della Squadra Mobile di Palermo per il reato di 416-ter, ovvero scambio elettorale politico mafioso. L’incontro tra il politico e il mafioso è avvenuto il 20 maggio scorso nei pressi della rivendita di orto frutta di Vella.
E’ Lombardo che va a trovare l’uomo della cosca. Scrive il gip Lirio Conti, a proposito di Vella: ” il cui lignaggio mafioso è datato e davvero risalente nel tempo: egli, infatti, per ben due volte è stato tratto in arresto, processato e pesantemente condannato per la sua autorevole e qualificata partecipazione a Cosa nostra, segnatamente nella famiglia di Corso dei Mille, una delle articolazioni mafiose più pericolose e da sempre in stretti e organici rapporti con il mondo politico”. Come nel precedente arresto (di due giorni prima) di Pietro Polizzi, candidato tra le fila di forza Italia dopo aver incontrato il boss Agostino Sansone, anche in questo caso si è profilata l’urgenza di intervenire: dopo la captazione grazie al virus trojan nel telefono di Vella, i pm della Dda, il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli , hanno fatto inoltrato la richiesta al gip, che l’ha accolta in tempi record. Quindi la conversazione tra i due prosegue. Vella gli dice: “Tu personalmente qui qualche voto lo prendi”. E Lombardo replica: “Me li raccogliete una ventina di voti?”. Il boss aggiunge: “Penso di si! … che loro già sono … quanto sono?”. E a quel punto Lombardo dice: “Una ventina di voti qua! Minchia Salvo … lasciala stare la politica, io sono politico? io non sono stato sempre qua?”.