Palermo: domestica filippina arrestata per usura

Un giro di usura che ha portato all’arresto di due filippini, le cui vittime erano esclusivamente dei loro connazionali. A portare alla luce l’attività illegale messa su dai due domestici, un marito ed una moglie  che  prestavano servizio presso un notaio di Palermo, la Guardia di Finanza del capoluogo siciliano. Il comandante del Nucleo di Polizia tributaria ha infatti condotto l’inchiesta che ha portato al fermo della donna e alla denuncia del marito della domestica. Durante la perquisizione eseguita dalle Fiamme gialle nell’appartamento dei due professionisti (oltre al notaio, nell’abitazione vive la moglie, avvocato di quest’ultimo), ignari del giro d’usura ed estranei ai fatti contestati, sono stati trovati anche quindici passaporti di filippini vittime dei due strozzini che tenevano con loro il documento fino a quando non veniva restituita la somma intera, impedendo così ai filippini di potere tornare nel loro paese d’origine. Trovati anche soldi in contanti per un valore di oltre 35.000 euro e gioielli per oltre 30.000 euro. “I due filippini ‘sequestravano’ i passaporti alle vittime di turno fino a quando non veniva pagato l’intero prestito con un tasso di usura del 60 per cento annuo e del 5 per cento mensile  era un modo per assicurarsi che la somma prestata venisse restituita con gli interessi inclusi”.

Subito l’equipaggio di Capaci ha iniziato l’inseguimento, quando giunti in viale Regione Siciliana, all’altezza del Centro Commerciale ”Grande Migliore” di Palermo, la vettura inseguita è stata affiancata ed al conducente è stato intimato l’alt. Di lì l’inseguimento è continuato per le vie di Palermo, dove l’autovettura inseguita, a fari spenti, ha imboccato più vie in contro senso del quartiere Cep, Michelangelo e Borgo Nuovo. Giunti in via Alibrandi, una strada senza uscita, l’autovettura ha battuto contro il marciapiede e causando lo scoppio di un pneumatico. Durante le fasi dell’intervento, il conducente ed il passeggero seduto sui sedili posteriori, si sono dileguati a piedi mentre il passeggero seduto sul sedile anteriore, ALessandro Lo Presti, 19 anni, è stato arrestato. All’interno dell’autovettura è stato rinvenuto un ”piede di porco” ed un cacciavite di grosse dimensioni a punta piatta. Celebrato il rito direttissimo, l’arresto è stato convalidato e Lo Presti condannato a sei mesi di reclusione con pena sospesa. Le ricerche dei Carabinieri continuano per identificare anche gli altri complici.

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