Palermo e traumi prenatali. Hospice Buccheri La Ferla continua assistenza a donne e famiglie. Caronia “Servizio da estendere”

Non si interromperanno le attività di assistenza per le donne e le famiglie che vivono esperienze traumatiche legate al periodo prenatale, quali l’aborto precoce, la morte del feto in utero, previsioni negative sulle possibilità di vita dei feti o dei nascituri.

E’ quanto emerso ieri in Commissione sanità dell’Assemblea regionale dove, su richiesta di Marianna Caronia, è stato affrontato il tema della prosecuzione del servizio di “Prenatal hospice” del reparto materno-infantile dell’ospedale Buccheri La Ferla, un progetto specifico supportato dalla Regione negli ultimi 4 anni.

Il direttore del dipartimento regionale Mario La Rocca ha confermato che le attività proseguiranno oltre l’estate, quando era prevista l’iniziale scadenza del progetto.

A fornire i dati sulle attività svolte sono sati i responsabili del reparto materno-infantile, che hanno sottolineato come siano stati oltre tremila i casi seguiti, soprattutto legati a quattro tipologie di criticità prenatali: gli aborti spontanei precoci o tardivi, la morte del feto in utero nelle fasi più avanzate della gravidanza, la previsione di condizioni cliniche incompatibili con la vita dei nascituri, i casi di gravidanza plurigemellare o di gravidanze a rischio. Si tratta di un servizio multidisciplinare che coinvolge diverse professionalità interne al reparto e che prevede precisi protocolli di intervento che accompagnano la puerpera e/o la coppia in ogni fase di questo momento certamente difficile.

“Si tratta – afferma Marianna Caronia – di un servizio che unisce l’assistenza propriamente sanitaria con quela psicologica, rivolta ovviamente soprattutto alle donne ma anche a tutto il contesto familiare. Uno strumento fondamentale perché situazioni difficili e a volte drammatiche possano essere gestite nel modo più appropriato, con uno spirito di cura della persona che va ben oltre la mera salute fisiologica.

Sono contenta che da parte della Regione sia venuta questa disponibilità a proseguire le attività che credo vadano anzi potenziate e diffuse perché tutte le donne e tutte le famiglie interessate possano beneficiare di questo tipo di assistenza.”

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