Il Green Deal europeo, presentato a dicembre del 2019, mira a rendere sostenibile l’economia dell’UE attraverso delle precise strategie che sviluppandosi nel periodo 2021-2027, arrivano fino al 2050. La transizione si propone di trasformare le attuali sfide climatiche, ambientali ed emergenziali in opportunità per diversi settori di un’economia sempre più sostenibile, puntando a fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero nel 2050 e favorendo una crescita economica giusta ed inclusiva, ma soprattutto dissociata dall’uso delle risorse. Il Green Deal europeo promuove diverse azioni: dall’uso efficiente delle risorse attraverso un’economia pulita e circolare, basata su industrie (chimiche) sempre più sostenibili e meno impattanti per l’ambiente, fino allo stop del cambiamento climatico ed al recupero della biodiversità, riducendo (o ambiziosamente annullando) l’inquinamento in acqua, aria, e suolo.
In Sicilia, a Messina, perfettamente in linea con quest’ultime azioni del Green Deal Europeo, è stata sviluppata una nuova soluzione basata su nuovi materiali ibridi funzionali innovativi ed una tecnologia completamente sostenibile per la salvaguardia, la bonifica ed il biorisanamento ambientale di matrici (aria, acqua, suolo) inquinate da diversi inquinanti ambientale. ArgiNaRe (acronimo di “Sviluppo di materiale ibrido multifunzionale basato su Argille Naturali e Scarti per il Recupero ed il biorisanamento ambientale”, www.arginare.eu) nasce come un’idea imprenditoriale che ha vinto tre anni fa la StartCup UniMe 2018, grazie ad un team di ricercatori provenienti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dall’Università di Messina (M. R. Plutino, ISMN-CNR; S. Cappello, IRBIM-CNR; G. Sabatino e G. Rando, UniMe). Da allora l’idea è stata presentata a diverse startcup competition dove ha ottenuto importanti risultati e riconoscimenti, fino ad arrivare ad oggi dove il progetto ArgiNaRe è un brevetto depositato a livello nazionale ed internazionale, è un marchio europeo registrato, ed è soprattutto alla base dell’attività della startup innovativa (e spin-off congiunto del CNR ed UniMe) ATHENA Green Solutions S.r.l (www.athenagreensolutions.com).
“Quando mi si chiede perché si dovrebbe scegliere ArgiNaRe come soluzione per la bonifica ed il risanamento ambientale, rispondo che i nostri prodotti presentano diversi punti di forza rispetto a quelli di altri competitor presenti sul mercato: primo fra tutti la completa sostenibilità dei reagenti (argille e scarti) e dell’intero ciclo di produzione che avviene in acqua ed a bassa temperatura; l’innovazione del materiale che grazie alla sua elevata idrofobicità galleggia sul pelo dell’acqua (anche ad es. dopo adsorbimento del petrolio) e quindi non inquina i fondali marini (come altre soluzioni) e perciò può essere recuperato, riciclato/rigenerato e riutilizzato (fino a ca 50 volte); infine la biodegradazione del petrolio, in quanto, nel caso dei prodotti ottenuti a base di argilla grazie alla loro naturale composizione, si induce la proliferazione di batteri idrocarburoclastici silenti già presenti nel mare (proprietà che permette la rigenerazione del materiale esausto per via biologica oltre che chimica) . Il progetto è totalmente sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista sociale ed energetico, incontrando ben 12 dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile presenti nell’agenda di Europa2030. Grazie alla sua sostenibilità, il progetto ha già ricevuto molto interesse da parte di potenziali investitori in rappresentanza di fondi di Venture Capital, e più recentemente nell’ambito di WOMEN2027 è stato selezionato e presentato all’interno del SUPERLAB #2 | EU Project Academy per un’eventuale candidatura su call europea.” dichiara M.R. Plutino, Presidente e Responsabile Scientifico della Società.
“Oggi bisogna muoversi nell’ambito di una chimica non più solo verde, ma sostenibile, che salvaguardi le risorse primarie, non inquini e che permetta di incidere positivamente anche nei settori socio-economici della società. L’Overshoot day globale, il giorno in cui tecnicamente si esauriscono tutte le risorse che la Terra è in grado di generare in un anno, è vicino. La Terra non sostiene più i cambiamenti climatici e la presenza massiccia di tutti gli inquinanti che quotidianamente l’uomo e le sue attività sversano nell’ambiente. E la salute dell’uomo, come la pandemia da Covid19 ci insegna, ne sta risentendo. La Terra reclama un cambiamento globale. Quando abbiamo vinto la Startcup di UniMe, per la prima volta ho pensato che forse fosse possibile per noi fare impresa grazie ad ArgiNaRe. Poi a fine novembre del 2019 siamo diventati co-founder della nostra società (assieme a S. Magazù, UniMe), e da allora malgrado la crisi per l’emergenza da Covid19 è stato nel nostro piccolo tutto un bellissimo crescendo. Ho incontrato aziende e persone che hanno creduto e che credono in noi, prime fra tutte l’ufficio di valorizzazione della ricerca del CNR, quello di trasferimento tecnologico di UniMe ed il Consorzio ARCA, incubatore di imprese dell’Università degli Studi di Palermo. In particolare grazie al Consorzio ARCA siamo stati seguiti nel nostro “customer journey” secondo l’approccio della rete europea Enterprise Europe Network. In questa fase abbiamo valutato la nostra capacità di gestire l’innovazione, abbiamo messo a punto il nostro modello di business, definito i segmenti di mercato e abbiamo mosso i primi passi verso l’internazionalizzazione (vedi ad esempio il marchio comunitario e la partecipazione ad eventi internazionali per ampliamento dei contatti e delle collaborazioni). E fino a che loro credono in noi e ci supportano, noi andiamo avanti. Oggi fare impresa partendo dal mondo della ricerca si può ed aggiungo si deve. La ricerca fine a sé stessa non è più sostenibile. Dobbiamo tutti fare un esame di coscienza e cercare di confrontare la nostra attività di ricerca con i progetti finanziari, con il mondo delle industrie e con gli end-user, agendo in modo tale da apportare il vero cambiamento a favore dell’innovazione e della tutela ambientale. È in quest’ottica che vedo la nostra startup ATHENA Green Solutions Srl, una società che basa la sua attività su ArgiNaRe, ma che vorrei fosse molto di più. Nella mia visione, vorrei che la nostra startup diventi un punto di riferimento per gli enti istituzionali e per le aziende del territorio (e non solo) che desiderano muoversi nell’ambito dell’innovazione e della sostenibilità; ed è per questo che stiamo seguendo tanti progetti di Ricerca&Sviluppo per lo sviluppo proof of concept di prodotti sostenibili a partire da scarti industriali. Il team di co-founder di ATHENA Green Solutions è un punto di forza per la presenza di competenze trasversali che variano dalla chimica e le scienze dei materiali, alla microbiologia, alle scienze della terra ed alla fisica. La nostra forza risiede proprio nell’approccio multidisciplinare con cui cerchiamo di affrontare i diversi casi d’uso che ci vengono proposti e trovare soluzioni adatte e scalabili. E grazie alla nostra forza siamo pronti a supportare in toto il Green Deal europeo. Da non trascurare, infine, l’attenzione alla parità di genere, come si evince anche dalla conduzione al femminile della società” aggiunge la D.ssa. Plutino.