Papa Francesco è arrivato sull’isola greca di Lesbo, meta della visita del pontefice per incontrare i profughi nell’isola diventata emblema dell’emergenza. L’Airbus A-320 di Alitalia era decollato alle 7:17 dall’aeroporto di Fiumicino. Ad accogliere Francesco il premier greco Alexis Tsipras che lo accompagnerà insieme ai patriarchi ortodossi, Bartolomeo e Hieronimos, in questa visita umanitaria. ‘Andiamo ad incontrare la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale. Questo è un viaggio diverso dagli altri, è un viaggio segnato dalla tristezza. Negli altri viaggi andiamo ad incontrare la gente, c’è la gioia e, invece, questo viaggio è triste. Andiamo a vedere tanta gente che soffre e non sa dove andare. Non lo dico per amareggiare ma perché possiate con il vostro lavoro trasmettere lo stato d’animo con il quale affronto la visita. Cuore della giornata sarà la visita al Moria Refugee Camp, il campo profughi che ospita circa 2.500 richiedenti asilo, provenienti soprattutto dalla Siria, ma anche da altri paesi del Medio Oriente, come Afghanistan e Iraq’. Il Papa e i due Patriarchi incontreranno personalmente una rappresentanza dei profughi e pranzeranno in un container con alcuni di loro. E’ previsto un discorso dei tre leader religiosi e la firma di una dichiarazione congiunta. Alle 13.45 il Papa, sempre con i due Patriarchi, si trasferirà al porto per incontrare la cittadinanza. Qui pronuncerà un altro discorso. Al termine ci sarà una breve preghiera e il lancio in mare di corone di alloro in ricordo dei migranti morti nella loro fuga verso l’Europa. Il rientro del pontefice a Roma e’ previsto alle 16,30 all’aeroporto militare di Ciampino. Papa Francesco lancia un messaggio a Mattarella: ‘Nel lasciare il suolo italiano per recarmi in Grecia a portare conforto a tanti profughi, mi è particolarmente gradito rivolgere a lei signor presidente il mio deferente saluto, che accompagno con preghiera fervida e pensiero benedicente, affinché il popolo italiano possa affrontare con lungimiranza e solidarietà le sfide dei nostri giorni’. In realtà l’Italia punta sull’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e propone all’Unione di accelerare sulla cooperazione con i Paesi terzi di origine e transito africani presentando un ‘migration compact’, un modello di accordo con i Paesi partner chiave, per arginare i flussi che dopo lo stop sulla rotta dei Balcani centrali, sono ripresi con forza sulla rotta del Mediterraneo centrale. I numeri dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), parlano chiaro e dice sono seimila le persone sbarcate sulle coste italiane in quattro giorni, e le cifre sono destinate a salire. Il premier Matteo Renzi invita a non drammatizzare: ‘C’è un problema che riguarda il nostro Paese ma non c’è un’invasione’. A dare un tempestivo benvenuto su Twitter alla proposta arrivata da Roma, che sarà fatta circolare come ‘non paper’ (documento ufficioso) tra i ministri degli Esteri Ue riuniti lunedì a Lussemburgo, è il presidente del consiglio Ue Donald Tusk, che si dice d’accordo a lavorare ad un piano ambizioso in Ue e G7/20 sulla cooperazione con i Paesi Terzi. L’idea che sta alla base del ‘compact’ è ripartire dall’accordo siglato tra Ue e Turchia, un primo concreto tentativo di cooperazione allargata e rafforzata con un Paese terzo che, seppure concluso in una situazione di urgenza, e per questo perfettibile, per creare un modello di intesa da proporre a Paesi africani chiave, con impegni precisi da entrambe le parti, e l’utilizzo di strumenti finanziari innovativi come bond i Ue-Africa. La dimensione esterna della politica migratoria, evidenzia Renzi in una lettera di accompagnamento al documento, assume oggi un ruolo fondamentale anche in rapporto alla tenuta di Schengen e alla riforma del regolamento di Dublino, questione quest’ultima che resta ‘divisiva’, come spiegano fonti diplomatiche.
Cocis