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“Diventare persone di pace, di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale”: è questa la “trasformazione” che Papa Francesco chiede a tutti i fedeli, durante la recita dell’Angelus in piazza San Pietro. L’Eucaristia è Gesù stesso che si dona interamente a noi: nutrirci di Lui e dimorare in Lui mediante la Comunione eucaristica, se lo facciamo con fede trasforma la nostra vita in un dono a Dio e ai fratelli, sottolinea il Papa. Nutrirci di quel ‘Pane di vita’ significa entrare in sintonia con il cuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti; significa entrare in un dinamismo di amore oblativo e diventare persone di pace, di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale. Riprendendo il brando del Vangelo in cui Cristo dice agli apostoli “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”, Francesco osserva che Gesù usa lo stile tipico dei profeti, per provocare nella gente e anche in noi delle domande e alla fine una decisione. Nell’Ultima Cena, “il pane e il vino diventano realmente il Corpo e il Sangue di Cristo: è l’Eucaristia, che Gesù ci lascia con uno scopo preciso: diventare una cosa sola con Lui”, ricorda il Papa ai fedeli in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus. Spiega il Pontefice: “La Comunione è assimilazione: mangiando Lui, diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro sì, la nostra adesione di fede. A volte – lamenta – riguardo alla santa Messa, capita di sentire questa obiezione: ‘A cosa serve la Messa? Io vado in chiesa quando me la sento e prego meglio in solitudine’. Ma l’Eucaristia non è una preghiera privata o una bella esperienza spirituale, non è una semplice commemorazione di ciò che Gesù ha fatto nell’Ultima Cena”. Il Papa ricorda che “l’Eucaristia è memoriale, ossia un gesto che attualizza e rende presente l’evento della morte e risurrezione di Gesù: il pane è realmente il suo Corpo donato, il vino è realmente il suo Sangue versato”.
