CITTA’ DEL VATICANO. ‘Se lasciamo entrare il diavolo, che è sempre accovacciato davanti alla nostra porta e vuole entrare nella nostra vita, sarebbe lui allora a chiudere la nostra porta a chiunque altro’. Lo ha detto il Papa all’Angelus in piazza San Pietro. L’evangelista Giovanni, dopo aver scritto che il Verbo, ovvero la Parola creatrice di Dio, si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, non nasconde la drammaticità della Incarnazione, sottolineando che al dono d’amore di Dio fa riscontro la non accoglienza da parte degli uomini. La Parola è la luce, eppure gli uomini hanno preferito le tenebre; la Parola venne tra i suoi, ma essi non l’hanno accolta. Hanno chiuso la porta in faccia al figlio di Dio. E’ il mistero del male che insidia anche la nostra vita e che richiede da parte nostra vigilanza e attenzione perché non prevalga. Il Libro della Genesi dice, con una bella frase, che il male è ‘accovacciato davanti alla nostra porta’. Guai a noi se lo lasciamo entrare, sarebbe lui allora a chiudere la nostra porta a chiunque altro. Siamo invece chiamati a spalancare la porta del nostro cuore alla Parola di Dio, per diventare così suoi figli. Nel giorno di Natale, ha ricordato il Papa, è stato già proclamato questo solenne inizio del Vangelo di Giovanni; oggi ci viene proposto ancora una volta. È l’invito della santa Madre Chiesa ad accogliere questa Parola di salvezza, questo mistero di luce. Se lo accogliamo, cresceremo nella conoscenza e nell’amore del Signore, impareremo ad essere misericordiosi come Lui. Specialmente in questo Anno Santo della Misericordia, facciamo sì che il Vangelo diventi sempre più carne anche nella nostra vita.
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