Papa Francesco apprezza la linea del governo italiano sui migranti e sulla Libia: ‘Un governo deve gestire questo problema con la virtù propria del governante, cioè la prudenza. Cosa significa? Primo: quanti posti ho. Secondo: non solo ricevere, ma integrare’, ha detto rispondendo ai giornalisti in volo dalla Colombia. E sulle condizioni dei migranti che restano in Libia, ho l’impressione che il governo italiano stia facendo di tutto, per lavori umanitari, di risolvere anche problemi che non può assumere.
‘Prima di tutto l’incontro con il primo ministro Gentiloni è stato un incontro personale e non su questo argomento: è stato prima di questo problema, che è venuto fuori alcune settimane dopo. E’ prima del problema’, così Francesco, ha risposto a un giornalista che gli chiedeva se in relazione alla linea meno sfavorevole della Chiesa italiana verso la politica del governo italiano sul blocco dei migranti in Libia si potesse mettere anche un suo pranzo in Vaticano, i primi di agosto, col premier Gentiloni.
‘Io ho sentito di questa legge non ho potuto leggere gli articoli e come si prende la decisione, non la conosco bene, ma staccare dalla famiglia non è una cosa che dà un buon frutto, né per i giovani, né per la famiglia’, così Francesco è intervenuto sulla legge Usa sui ‘dreamers’, che minaccia la deportazione di figli di famiglie immigrate. Io penso che questa legge, ha proseguito, che credo venga non dal parlamento ma dall’esecutivo, se è così non sono sicuro, c’è speranza che si ripensi un po’, perché io ho sentito parlare il presidente degli Stati Uniti: si presenta come un uomo pro-life. Se è un bravo pro-life capisce che la famiglia è la culla della vita e si deve difendere l’unità.