Le sue parole, il suo esempio, il suo stile di vita, stanno facendo sempre di più breccia nel cuore dei fedeli. Papa Francesco è ormai un’icona del cattolicesimo, ogni Pontefice lo è, ma quello che sta facendo lui riscuote un consenso unanime ed entusiasta, addirittura convertendo il cuore indurito di chi è sempre stato lontano dalla fede. I suoi gesti commuovono, le sue parole illuminano, il suo sorriso dona serenità, incensarlo è inopportuno, ma riconoscergli dolcezza e umanità è doveroso. Spesso si rivolge ai giovani con parole forti, che non vanno per il sottile, tese a scuoterli da stili di vita contrari ai modelli cristiani. Nell’Angelus di domenica scorsa, Papa Francesco ha rivolto un messaggio pregnante ai giovani: “Non abbiate paura di andare controcorrente! Siate coraggiosi! E così, come noi non vogliamo mangiare un pasto andato a male, non portiamo con noi questi valori che sono avariati e che rovinano la vita, e tolgono la speranza. Avanti!”. Allontanare la paura, alimentarsi di coraggio, rifiutare ciò che è avariato, immergersi nel mare della speranza. Il Sommo Pontefice argentino, venuto “dalla fine del mondo”, è molto sensibile alle problematiche legate ai giovani, e più volte ha toccato il tasto dei valori. Nella società che ci circonda, si parla poco dei valori, perché essi distolgono dalle cose terrene di cui tanto ci si pasce. Impera la materialità, l’amore per ciò che si deve possedere, la bramosia del piacere, il fascino del potere. In un contesto simile, chi parla di valori finisce con l’andare controcorrente, e spesso proprio questo risulta essere un deterrente, la paura di essere additati come diversi e anacronistici. Ecco, come se avesse fiutato quest’aria di riluttanza figlia del timore, Papa Francesco ha esortato i giovani ad andare controcorrente senza paura delle conseguenze, perché solo chi si pone come argini alle correnti avariate di questo mondo, ci si può avvicinare al modello autentico di cristianità. Del resto, l’essenza di un vero cristiano è proprio quella di rifiutare ciò che di specioso propina il mondo per aprirsi ai valori di purezza e di speranza. La speranza di cui il Papa ha parlato nel suo messaggio, allertando tutti a non fare in modo che venga sottratta, perché un giovane senza speranza finisce, inevitabilmente, con l’idolatrare ciò che la realtà pone in vetrina, indipendentemente dalla sua bontà, il “qui ed ora” diventa il modello di riferimento del proprio agire. Il fatto che Papa Francesco abbia detto “noi non vogliamo mangiare un pasto andato a male”, è come se avesse invitato tutti a non avere fame di quei cibi gettonati ma che non saziano mai, e che finiscono con il marcire. La fame si sazia con il cibo della speranza che, magari non darà soddisfacimento immediato, ma pienezza eterna.
Maurizio Longhi