Nell’udienza generale di mercoledì 19 agosto 2020 Papa Francesco è ritornato sulla pandemia: “Il coronavirus ha messo allo scoperto la difficile situazione dei poveri e la grande ineguaglianza che regna nel mondo. E il virus, mentre non fa eccezioni tra le persone, ha trovato, nel suo cammino devastante, grandi diseguaglianze e discriminazione. E le ha aumentate“.
Il Pontefice ha parlato di due risposte alla pandemia. “Da un lato, è indispensabile trovare la cura per un virus piccolo ma tremendo, che mette in ginocchio il mondo intero. Dall’altro, dobbiamo curare un grande virus, quello dell’ingiustizia sociale, della disuguaglianza di opportunità, della emarginazione e della mancanza di protezione di più deboli. Abbiamo un’occasione per costruire qualcosa di diverso. Per esempio, possiamo fa crescere un’economia di sviluppo integrale dei poveri e non di assistenzialismo. Con questo non voglio condannare l’assistenzialismo, ma dobbiamo andare oltre e risolvere i problemi che ci spingono a fare assistenza. Un economica che non ricorra a rimedi che in realtà avvelenano la società, come i rendimenti dissociati dalla creazione di posti di lavoro dignitosi “.
Conclusione anche sul vaccino: “Sarebbe triste se la cura per il Covid-19 sarebbe solo per i più ricchi. Sarete triste se questo vaccino diventasse priorità di questa o quella Nazione e non sia universale e per tutti. E che scandalo sarebbe se tutta l’assistenza economica che stiamo osservando si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato. Sono criteri per scegliere quali saranno le industrie da aiutare. Quelle che contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune e alla cura del creato “.