Il Papa, dopo una semplice cerimonia di congedo, è partito alle 9 (in Italia le 7) dall’aeroporto ugandese di Entebbe, diretto nella Repubblica centrafricana. Data la differenza di fuso orario, l’arrivo all’aeroporto internazionale ‘M’Poko’ di Bangui è previsto per le 10 ora locale, che coincide con l’ora di Roma. Alle 11 papa Francesco renderà una visita di cortesia nel Palazzo presidenziale de la Renaissance al presidente di transizione, signora Catherine Samba-Panza. Alle 11,30 nello stesso Palazzo incontrerà le autorità e il Corpo diplomatico. Per le 12,15 è in agenda la visita al campo profughi del St.Sauver Alle 13:00, nel salone della nunziatura, papa Francesco incontra i vescovi con i quali si trattiene a pranzo. Alle 16 il Papa si trasferisce presso la Facoltà teologica evangelica di Bangui (Fateb)le comunità evangeliche. Alle 17:00 il Papa celebra nella cattedrale di Bangui la messa in cui apre anche la porta santa, per l’inizio per la Repubblica centrafricana del giubileo della misericordia. Alle 19:00, sempre in cattedrale, papa Bergoglio prima confesserà alcuni giovani, poi parteciperà all’inizio della veglia di preghiera organizzata dai ragazzi davanti alla cattedrale. Confessione di alcuni giovani e avvio della Veglia di Preghiera sulla spianata davanti alla Cattedrale. Sono impressionanti le dimensioni del dramma che vivono i 4,6 milioni di centrafricani, di cui 2,3 milioni sono bambini, con circa 440 mila sfollati all’interno del paese e altri 450 mila rifugiati nei paesi confinanti. L’Unhcr parla di 75 mila centrafricani nei campi profughi, il Pam di 1,3 milioni di persone a rischio fame a causa delle violenze e della scarsità dei raccolti. Secondo l’Onu inoltre in Centrafrica negli ultimi mesi è più che raddoppiato il numero dei bambini soldato, raggiungendo le seimila unità. Fra i timori di attacchi e gli allarmi lanciati dai servizi francesi, il pontefice non ha desistito e ha deciso di recarsi comunque a Bangui per aprire lì la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia. Da parte sua, il ministro per la Sicurezza della Repubblica centrafricana, Chrysostome Sambia, ha assicurato che è stato fatto tutto per garantire la sicurezza del Papa e non vi è alcuna minaccia reale. Saranno i caschi blu dell’Onu (10.900 uomini), la forza francese Sangaris (900) e polizia locale a garantire la sicurezza nella capitale centrafricana, dove il dispositivo è stato rafforzato in particolare nei luoghi in cui si recherà il Pontefice, ossia l’enclave musulmana PK5, lo stadio che conta 20.000 posti e il campo sfollati. Anche gli scout collaboreranno a garantire la sicurezza di Papa Francesco. Al campo sfollati della parrocchia Saint Sauveur, che ospita più di 3.000 persone, un gruppo di scout, mano nella mano, formeranno un cordone di sicurezza tra il pontefice e la folla: ‘Siamo molto felici di vedere il Papa. Lui sa cosa sta succedendo nel nostro Paese ed è forse venuto il momento di chiedere a Dio di salvarci’, ha detto uno di loro, Fidèle Nodjindorom. L’apertura della Porta Santa da parte del Papa, a Bangui è un piccolo anticipo, che è però estremamente significativo. Se il Papa vuole che tutti i popoli sperimentino che c’è la misericordia di Dio, l’amore di Dio per loro, allora vuole farlo sentire in particolare anche ad un popolo che soffre tanto come quello centrafricano, andando proprio al cuore dell’Africa, perché il Centrafrica è proprio fisicamente al centro dell’Africa. E’ la chiave di lettura che padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, dà al gesto simbolico che il Papa farà.
Roberto Cristiano