Se un credente parla della povertà, o dei senzatetto, e conduce una vita da faraone, questo non si può fare, afferma Papa Francesco in un’intervista al giornale olandese di strada ‘Straatnieuws’. Bergoglio sottolinea come i beni della Chiesa servano a mantenere le strutture della Chiesa stessa, ma anche che per tante opere che si fanno nei Paesi bisognosi con ospedali e scuole. Il Pontefice pensa a un mondo senza poveri ma, dice nell’intervista, la cupidigia umana c’è sempre con la mancanza di solidarietà e l’egoismo che crea i poveri. Per questo mi sembra un po’ difficile immaginare un mondo senza poveri. Anche la Chiesa comunque deve essere povera perché Gesù è venuto al mondo senzatetto e si è fatto povero. Il Papa ha poi sottolineato che con i governi si possono fare accordi, ma devono essere accordi chiari, accordi trasparenti. Per esempio, dice, noi gestiamo questo palazzo, ma i conti sono tutti controllati per evitare la corruzione. Perché c’è sempre la tentazione della corruzione nella vita pubblica. Sia politica, sia religiosa. Bergoglio confessa di aver parlato tempo fa di questo con un ministro dell’Argentina. Uno che ha lasciato l’incarico perché non poteva andare d’accordo con alcune cose un po’ oscure. Gli ho fatto la domanda, dice Papa Francesco: ‘Quando voi inviate aiuti, sia pasti, siano vestiti, siano soldi, ai poveri e agli indigenti: di quello che inviate, quanto arriva là, sia in denaro sia in spesa?’. Mi ha detto: ‘Il 35 per cento’. Significa che il 65 per cento si perde. E questa è la corruzione: ‘Un pezzo per me, un altro pezzo per me. Nella Chiesa ci sono questi, che invece di servire, di pensare agli altri, di gettare le basi, si servono della Chiesa. Sono gli arrampicatori, gli attaccati ai soldi. E quanti sacerdoti, vescovi abbiamo visto così. E’ triste dirlo’. Dice questo mentre tra le stanze dei Sacri Palazzi infiamma il nuovo Vatileaks. Papa Francesco ricorda di quando l’Argentina sotto il regime dei militari entrò in guerra con la Gran Bretagna per le Isole Malvine: ‘La gente dava delle cose ma ho visto che tante persone, anche cattolici, che erano incaricati di distribuirle, le portavano a casa. C’è sempre il pericolo della corruzione’. Bergoglio zittisce poi chi accusa la Chiesa di essere molto ricca e di non fare abbastanza per i poveri: ‘I beni immobili della Chiesa sono molti ma li usiamo per mantenere le strutture della Chiesa. E ricorda che, quando è stato firmato il Concordato, il governo italiano ha offerto alla Chiesa un grande parco a Roma. La risposta di Pio XI fu netta: ‘Basta un mezzo chilometro quadrato per garantire l’indipendenza della Chiesa’. Questo principio vale ancora spiega il Pontefice, assicurando che, pur essendo molti i beni immobili della Chiesa vengono usati per mantenere le strutture della Chiesa e per mantenere tante opere che si fanno nei paesi bisognosi. Quanto ai tesori della Chiesa, il Papa ci tiene a far presente che non sono della Chiesa, ma dell’umanità: ‘Per esempio se io domani dico che la Pietà di Michelangelo venga messa all’asta, non si può fare, perché non è proprietà della Chiesa. Sta in una chiesa, ma è dell`umanità’. Questo vale per tutti i tesori della Chiesa. Nonostante questo, il Vaticano ha già iniziato a vendere alcuni regali. I proventi della vendita vanno a monsignore Konrad Krajewski. E poi c’è la lotteria: ‘C’erano delle macchine che sono tutte vendute o date via con una lotteria e il ricavato è usato per i poveri, ma ci sono cose che si possono vendere e queste si vendono”. Io vi dico quanta gioia ho, io che mi commuovo, quando in questa Messa, tenuta a Santa Marta, vengono alcuni preti e mi salutano: ‘Oh padre, sono venuto qui a trovare i miei, perché da 40 anni sono missionario in Amazzonia’. O una suora che dice: ‘No, io lavoro da 30 anni in ospedale in Africa’. O quando trovo la suorina che da 30, 40 anni è nel reparto dell’ospedale con i disabili, sempre sorridente. Questo si chiama servire, questa è la gioia della Chiesa, andare oltre, sempre; andare oltre e dare la vita. E invece nel Vangelo, ha ripreso il Papa, il Signore ci fa vedere l’immagine di un altro servo, che invece di servire gli altri si serve degli altri. E, ha sottolineato, abbiamo letto cosa ha fatto questo servo, con quanta scaltrezza si è mosso, per rimanere al suo posto. E’ la comodità dello status: ‘Io ho raggiunto uno status e vivo comodamente senza onestà, come quei farisei dei quali parla Gesù che passeggiavano nelle piazze, facendosi vedere dagli altri. Quindi ci sono due immagini di cristiani, due immagini di preti, due immagini di suore. Due immagini’. Quando la Chiesa è tiepida, chiusa in se stessa, anche affarista tante volte, non è al servizio, bensì si serve degli altri, ha aggiunto il Papa invocando il Signore che ci dia quel punto d’onore di andare sempre avanti, rinunciando alle proprie comodità tante volte e ci salvi dalle tentazioni. Il Papa ribadisce di aver scelto di vivere a Santa Marta per stare con la gente: ‘Non posso vivere al Palazzo Apostolico semplicemente per motivi mentali. Mi farebbe male. All’inizio sembrava una cosa strana, ma ho chiesto di restare qui, a Santa Marta. E questo mi fa bene perché mi sento libero. Mangio nella sala pranzo dove mangiano tutti. E quando sono in anticipo mangio con i dipendenti. Trovo gente, la saluto e questo fa che la gabbia d’oro non sia tanto una gabbia. Ma mi manca la strada’.
Cocis