‘Permettetemi qui di spendere due parole su un pericolo, ossia quello dei traditori di fiducia o degli approfittatori della maternità della Chiesa, ossia le persone che vengono selezionate accuratamente per dare maggior vigore al corpo e alla riforma, ma, non comprendendo l’elevatezza della loro responsabilità, si lasciano corrompere dall’ambizione o dalla vanagloria e, quando vengono delicatamente allontanate, si auto-dichiarano erroneamente martiri del sistema, del ‘papa non informato’, della ‘vecchia guardia’…, invece di recitare il ‘mea culpa’. Accanto a queste persone ve ne sono poi altre che ancora operano nella curia, alle quali si dà tutto il tempo per riprendere la giusta via, nella speranza che trovino nella pazienza della Chiesa un’opportunità per convertirsi e non per approfittarsene. Che questo Natale ci apra gli occhi per abbandonare il superfluo, il falso, il malizioso e il finto, e per vedere l’essenziale, il vero, il buono e l’autentico. Tanti auguri davvero!’, così papa Francesco, nella Sala Clementina, ha aperto il suo discorso ai cardinali e ai superiori della Curia Romana per la presentazione degli auguri natalizi.
Papa Francesco nel discorso alla Curia romana per gli auguri natalizi, aggiungendo che ‘Dio ha costituito la Chiesa per essere nel mondo, ma non del mondo, e per essere strumento di salvezza e di servizio’. Parlando della riforma, quindi, il Papa l’espressione simpatica e significativa di mons. Frederic-François-Xavier De Merode: ‘Fare le riforme a Roma è come pulire la Sfinge d’Egitto con uno spazzolino da denti’. Ciò evidenzia, ha spiegato, quanta pazienza, dedizione e delicatezza occorrano per raggiungere tale obbiettivo, in quanto la Curia è un’istituzione antica, complessa, venerabile, composta da uomini provenienti da diverse culture, lingue e costruzioni mentali e che, strutturalmente e da sempre, è legata alla funzione primaziale del Vescovo di Roma nella Chiesa, ossia all’ufficio ‘sacro’ voluto dallo stesso Cristo Signore per il bene dell’intero corpo della Chiesa.
Il Papa invita, in nuce, la Curia romana a superare quella squilibrata e degenere logica dei complotti o delle piccole cerchie che in realtà rappresentano, nonostante tutte le loro giustificazioni e buone intenzioni, un cancro che porta all’autoreferenzialità, che si infiltra anche negli organismi ecclesiastici in quanto tali, e in particolare nelle persone che vi operano: ‘Quando questo avviene, però, si perde la gioia del Vangelo, la gioia di comunicare il Cristo e di essere in comunione con Lui; si perde la generosità della nostra consacrazione’.
Parole dietro le quali si intravedono personalità come l’ex revisore dei conti vaticano Libero Milone, allontanato di recente, gli autori delle fughe di notizie riservate vaticane (Vatileaks), processati e condannati dal tribunale vaticano, e cardinali, come il tedesco Gerahrd Ludwig Mueller, che Francesco ha prepensionato dal suo ruolo di prefetto della congregazione per la Dottrina della fede e che, successivamente, ha esternato più di una critica verso il Pontefice.
Ovviamente Papa Francesco non ha dimenticato la stragrande parte, la maggioranza, di persone fedeli che vi lavorano con lodevole impegno, fedelta’, competenza, dedizione e anche tanta santita’.
È anche al cardinale Müller, quindi, che papa Francesco ha alluso, quando nel suo discorso se l’è presa con i ‘traditori’?.
”C’è un fronte dei gruppi tradizionalisti, così come dei progressisti, che vorrebbe vedermi a capo di un movimento contro il Papa. Ma io non lo farò mai’, diceva il cardinale Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede: ‘Credo nell’unità della Chiesa e non concedo a nessuno di strumentalizzare le mie esperienze negative degli ultimi mesi. Le autorità della Chiesa, però, devono ascoltare chi ha delle domande serie o dei reclami giusti; non ignorarlo o, peggio, umiliarlo. Altrimenti, senza volerlo, può aumentare il rischio di una lenta separazione che potrebbe sfociare in uno scisma di una parte del mondo cattolico, disorientato e deluso. La storia dello scisma protestante di Martin Lutero di cinquecento anni fa dovrebbe insegnarci soprattutto quali sbagli evitare’.
Il cardinale esclude che qualcuno stia ordendo complotti contro Francesco, in polemica con alcune prese di posizione ritenute troppo progressiste: lo considera un’assoluta esagerazione ma ammette che la Chiesa è percorsa da tensioni profonde che nascono dalla contrapposizione tra un fronte tradizionalista estremista su alcuni siti web, e un fronte progressista ugualmente esagerato, che oggi cerca di accreditarsi come superpapista.
Attenzione, sottolinea il cardinale, se passa la percezione di un’ingiustizia da parte della Curia romana, quasi per forza di inerzia si potrebbe mettere in moto una dinamica scismatica, difficile poi da recuperare. Credo che i cardinali che hanno espresso dei dubbi sull’Amoris Laetitia, o i 62 firmatari di una lettera di critiche anche eccessive al Papa vadano ascoltati, non liquidati come ‘farisei’ o persone brontolone. L’unico modo per uscire da questa situazione è un dialogo chiaro e schietto. Invece ho l’impressione che nel ‘cerchio magico’ del Papa ci sia chi si preoccupa soprattutto di fare la spia su presunti avversari, così impedendo una discussione aperta ed equilibrata. Classificare tutti i cattolici secondo le categorie di ‘amico’ o ‘nemico’ del Papa, è il danno più grave che causano alla Chiesa.
Da parte di alcuni le dichiarazioni di Muller furono viste come una minaccia, cosa che spiegherebbe, presumibilmente, la decisione di Papa Francesco di rimuoverlo dal suo incarico.
Cocis