Sarà interessante assistere al confronto-scontro tra Enrico Letta e Giorgia Meloni che sarà ospitato dal Corriere della Sera e da Bruno Vespa, prima il 12 settembre, per il Corriere, e dieci giorni dopo in Rai, da Vespa. I due faccia a faccia, della durata di un’ora, saranno concentrati su programmi, candidati e ‘opposta visione dell’Italia’, come anticipa il Corriere della Sera. Luciano Fontana, direttore del quotidiano, sarà moderatore dell’incontro. L’incontro su Rai 1 avverrà nel ‘salotto’ di Bruno Vespa, alla vigilia del voto. A Carlo Calenda non sfugge l’occasione per una piccata protesta che trova spazio nei social: ‘Vi spiego cosa sta succedendo sui confronti. Letta e Meloni stanno dicendo a Rai (Bruno Vespa) e Corriere che sono pronti a confrontarsi solo tra di loro. Vogliono continuare questa stucchevole telenovela Sandra e Raimondo. Oggi scriveremo agli editori e ad Agcom. Accettare diktat da due dei quattro leader delle coalizioni è una violazione della parità di trattamento che i media offrono in ogni Paese democratico. E al di là degli aspetti legali dovrebbero essere per primi giornali/televisioni a non chinare la testa davanti a queste pretese. Chiediamo pertanto formalmente al Corriere e alla Rai di organizzare un confronto a quattro e di non sottostare a richieste inaccettabili da parte di Meloni e Letta che ledono la democrazia’, twitta il leader di Azione. ‘C’è chi propone di fare un confronto televisivo solo con Meloni e Letta. Io credo che il confronto tv vada fatto e vada fatto a quattro: Meloni, Letta, Calenda e Conte, tutti e quattro insieme’, sostiene Matteo Renzi: ‘Se poi Meloni vuole mandare Berlusconi o Salvini sono problemi suoi ma il confronto va fatto tutti e quattro insieme. Gli italiani hanno il dovere di sapere chi fra Cinque stelle, Terzo polo, Pd ed alleati e centrodestra, chi è il candidato più credibile. Il mio appello è alla presidente della Rai e al direttore generale della Rai che non ci siano scherzi su questo, il confronto televisivo va fatto tutti e quattro insieme’. In linea meramente teorica può trovare sfogo quanto richiesto da Calenda e Renzi ma dal punto di vista pratico la protesta dei due terzopolisti è insussistente visto che l’incontro penderebbe, in termini di risultati, solo dalla loro parte. Questo in termini di riscontro e di pesi dei partiti che rappresentano. Che piaccia o meno i due pesi massimi dell’incontro sono Pd, rappresentato da Enrico Letta, e Fratelli d’Italia, rappresentato da Giorgia Meloni. Renzi e Calenda, nel caso, sono semplici pesi leggeri. Ovviamente Calenda e Renzi parlano di Par condicio, legge che regola la parità dei soggetti politici davanti ai mezzi d’informazione, e permette di rendere uguale l’accesso ai mezzi di comunicazione per la propaganda delle idee politiche. La legge, quindi, investe gli enti radiotelevisivi i quali sono obbligati a dare un equo spazio a tutti i soggetti politici ed è una legge che si applica durante le elezioni. Con la ‘Par condicio’ ogni soggetto politico gode dello stesso spazio televisivo e in generale nei mezzi d’informazione, indipendentemente dalle sue risorse. In questo modo si mette tutti sullo stesso livello di partenza ma questo non necessariamente impone confronti disomogenei ma tutela l’accesso ai mezzi di informazione. Parliamo di tempi e di spazi, non di metodi e di incontri prestabiliti.
Andrea Viscardi